Quello della pensione è un tema sempre molto delicato e quando vengono ritoccati i requisiti di accesso le reazioni sono piuttosto forti. A ricordarcelo le proteste dei lavoratori in Francia contro la riforma pensionistica che vuole portare l’età di pensionamento a 64 anni e sottoporre il requisito ad adeguamento secondo la speranza di vita. Questi fatti ci ricordano, però, che la pensione non solo è importante ma che spesso le persone non sono pienamente consapevoli di quale sia la situazione generale e quella personale.
Quel che ormai è un punto fermo è che la vita si allunga sempre più e che il sistema va adattato di conseguenza.
In Italia com’è la situazione e cosa riserva il 2020?
Il sistema pensionistico italiano in fatto di riforme e regole di pensionamento è tra i più in linea con quanto suggeriscono i diversi rapporti europei, come quello dell’OSCE, ma solo sulla carta. A fronte di un pensionamento di vecchiaia a 67 anni d’età, quello effettivo è in media a 63,3 anni per gli uomini e 61,5 anni per le donne e questo è dovuto alle varie vie di accesso anticipato introdotte negli anni, come quota 100. Dal metodo contributivo, però, non sfugge più nessuno, neppure chi potrà accedere alla pensione con quota 100 e a quel punto il pensionamento ordinario sarà una scelta obbligata.
Per il 2020 tante conferme, tra cui l’essenzialità di aderire alla previdenza complementare per affiancare alla pensione pubblica una pensione integrativa, sul cui fronte si fanno sempre più vicini i PEPP, piani pensionistici integrativi per tutti i Paesi UE.
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