Fire and FuryTrump sulla reazione dell’Iran a Soleimani: «Se succede succede, ma se faranno qualcosa dovranno aspettarsi una rappresaglia seria»

Il presidente insiste sui 52 obiettivi culturali e politici che è pronto a bombardare in caso di risposta iraniana. E dice che non lascerà l’Iraq a meno che gli iracheni non restituiscano i soldi. Minacciandoli a loro volta, nonostante siano alleati, con sanzioni peggiori di quelle imposte a Teheran

Il presidente americano Donald Trump è tornato a parlare dell’Iran, ribadendo che se gli iraniani dovessero rispondere gli Stati Uniti risponderanno in modo adeguato: «Se succede, succede, ma se gli iraniani faranno qualcosa ci sarà una grande rappresaglia».

Trump ha aggiunto: «A loro è consentito uccidere i nostri, torturare e mutilare la nostra gente. Gli è consentito usare bombe sul ciglio della strada per far saltare in aria i nostri e noi non possiamo toccare i loro luoghi culturali? Non funziona così».

Quanto alla richiesta formale del Parlamento iracheno di ritirare le truppe dall’Iraq, la risposta di Trump è stata: «In Iraq abbiamo una base militare straordinariamente costosa. È costata miliardi e miliardi di dollari, molto prima che arrivassi io. Non ce ne andremo a meno che non ci ridaranno indietro i soldi. Se continuano a chiederci di andarcene e non lo faremo in modo amichevole, gli imporremo sanzioni come non ne hanno mai viste, sanzioni che faranno sembrare miti quelle all’Iran».

Trump, dunque, ha minacciato l’Iraq, formalmente un alleato degli Stati Uniti, di sanzioni più pesanti di quelle imposte al nemico Iran.

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