«Se si spezza la fiducia nei confronti della politica e delle istituzioni nessuno rispetterà più le leggi e nessuno rispetterà più quello che dicono le istituzioni dello Stato». Queste parole dal significato inequivocabile ho letto ieri, in un tweet. E per prima cosa ho pensato che non avrei saputo definire meglio il danno incalcolabile inflitto dalla propaganda grillina alla società italiana. E per seconda che dovevo avere le allucinazioni, perché a twittare quelle parole, per il bene dei suoi 688 mila 914 follower, era l’account ufficiale del Movimento 5 stelle, che proprio in questo modo rilanciava il video del non memorabile discorso tenuto da Luigi Di Maio alla manifestazione «anti-casta» di sabato.
Quella stessa manifestazione a cui ministri e sottosegretari grillini si sono presentati in auto blu, difesi da Barbara Lezzi in tv con il sacrosanto argomento secondo cui «ci sono dei protocolli di sicurezza, che evincono (sic) anche dalla responsabilità del ministro stesso». Al di là della discutibile scelta lessicale – l’analisi della quale esula comunque dai fini del presente articolo – quello che si evince dalle parole dell’ex ministra è un messaggio chiaro e netto: la polemica sulle auto blu o le scorte dei membri del governo è infondata e sbagliata.
Potremmo dire che è un altro di quei modi in cui, come twitta giustamente il Movimento 5 stelle, «si spezza la fiducia nei confronti della politica e delle istituzioni». E subito torna alla mente non tanto la violenta campagna grillina contro la «casta», le scorte e le auto blu, quanto l’assurda immagine del presidente della Camera, Roberto Fico, che appena due anni fa si faceva immortalare mentre andava a Montecitorio in autobus. Ma la casta va, e porta via con sé, anche il meglio delle favole. Sono cose che succedono.
Di fronte all’ascesa del populismo berlusconiano, Indro Montanelli sostenne che l’unico modo in cui gli italiani potevano guarirne era attraverso il vaccino, cioè sperimentandone gli effetti al governo. La profezia si rivelò infondata, perché ci sono volute parecchie vaccinazioni, e quasi un quarto di secolo, per vedere il consenso di Silvio Berlusconi calare in misura significativa. In compenso, sembra proprio che con il populismo grillismo saremo più fortunati.