Una Generazione Avanti. È questo il nome scelto da PiùEuropa per il nuovo comitato scientifico che elaborerà per il partito europeista analisi e proposte in grado di rimediare allo squilibrio generazionale nelle politiche pubbliche. Presentato martedì a Roma, il comitato sarà formato da ott saggi. Da Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica di Milano, a Elsa Fornero, ex ministro del Lavoro fino alla vice presidente dell’Istituto Bruno Leoni, Serena Sileoni. Ma anche il direttore de Le Scienze Marco Cattaneo, il docente della Bocconi Carlo Alberto Carnevale Maffè, il giuslavorista Giuliano Cazzola, il costituzionalista Fabrizio Cassella e la docente dell’Università Luiss Rosamaria Bitetti. Nei prossimi mesi gli otto saggi elaboreranno delle proposte sulla base del manifesto del progetto Una Generazione Avanti, intitolato provocatoriamente: «La politica come se ci fosse un domani»,presentato a Bologna il 18 gennaio. L’idea di fondo è andare controcorrente rispetto alla filosofia di chi legifera e governa come se non ci fosse un domani.
A presentare il progetto nella sede di PiùEuropa c’erano Emma Bonino e Benedetto Della Vedova con il coordinatore della segreteria Giordano Masini. Con loro Cottarelli e Sileoni che hanno chiarito di partecipare al comitato senza voler «scendere in campo». Il Comitato seguirà cinque temi. Il primo è quello del patto fiscale generazionale, perché «I vincoli alla spesa e all’indebitamento e la liberazione del bilancio pubblico da un sistema di ipoteche generazionali sono oggi la principale emergenza non solo economica, ma etica».
Il secondo ambito dell’attività sarà quello della difesa ambientale, intesa non solo nel senso conservazionista, ma soprattutto di adattamento tecnologico ed economico delle politiche di tutela, nella consapevolezza che «la contabilizzazione dei costi ambientali dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici, così come della scarsità delle risorse naturali, è oggi un principio fondamentale di responsabilità politica».
Il terzo campo di attività sarà quello dell’innovazione intesa come potenziamento di capitale tecnologico e di creazione di capitale umano, oggi deteriorato da politiche di spesa che hanno reso l’Italia il Paese europeo con il più alto peso della spesa previdenziale sulla spesa sociale e con una spesa per istruzione e università, che è l’unico capitolo del bilancio pubblico a essere diminuito anziché cresciuto nell’ultimo decennio.
Collegato al terzo è il quarto ambito di iniziativa, quello della riforma della spesa sociale. Come si legge nel manifesto di Una generazione avanti, «la spesa sociale italiana ha cronicizzato la dipendenza o l’esclusione sociale di una parte della popolazione, ridotto l’occupabilità e gli incentivi al lavoro e creato un enorme esercito di riserva per un’economia illegale e parallela, che riduce il potere contrattuale e i salari dei lavoratori nell’economia legale. Questo welfare è stato non tra i rimedi, ma tra i fattori principali della crisi sociale italiana».
L’ultimo capitolo riguarda i diritti civili, un «patrimonio trasmesso di generazione in generazione», a cui è stata storicamente correlata la dinamica della crescita economica nelle democrazie avanzate, oggi sottoposte al «duplice attacco di modelli politici antidemocratici, che promettono benessere senza libertà sotto la guida di regimi autoritari e di modelli democratici cosiddetti illiberali, che ritengono legittimo limitare le libertà individuali e discriminare i singoli individui in nome di una supposta volontà generale».
Da tempo PiùEuropa considera l’iniquità generazionale della spesa pubblica uno dei fattori determinanti del declino italiano. Non a caso nelle elezioni e nei sondaggi è il partito che ha tra i più giovani percentuali più che doppie rispetto al media del proprio elettorato. In un sondaggio Quorum Youtrend dello scorso settembre, PiùEuropa ha raccolto il favore del 9% degli elettori tra i 18 e 34 anni, che scendeva al 4,5% fino a 54 anni e crollava allo 0,5% tra gli over 55 anni. Non si può dire se questa sensibilità al tema generazionale sia una causa o un effetto dell’interesse dei più giovani al partito di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova.
Un primo modulo del progetto è stato avviato: la proposta di legge costituzionale Figli costituenti, depositata da Emma Bonino al Senato. L’obiettivo è modificare gli articoli 3 e 9 della Carta per chiedere di costituzionalizzare i principi dell’equità intergenerazionale, dello sviluppo sostenibile e della tutela ambientale. Un passo in avanti per contrastare una «cattiva pedagogia politica» che secondo il segretario Della Vedova, ritiene «gli interessi di chi ancora non vota sacrificabili, perché non rilevanti, con la conseguenza che a questo default educativo corrisponderà presto a tardi anche un default economico e civile».