A partire da marzo 2019 è possibile presentare all’Inps la domanda di riscatto agevolato degli anni di studi universitari così da farli valere ai fini pensionistici. Si parla di “riscatto agevolato” in quanto, a differenza di quello ordinario il cui costo era agganciato al reddito percepito dal richiedente al momento della presentazione della domanda, adesso il riscatto degli anni di studio ha un costo appunto “agevolato” pari a circa 5.239€ per anno.
Visto il numero record di domande presentate, 44 mila domande nel 2019, il triplo rispetto all’anno precedente, è indubbio che la misura sia stata apprezzata dagli ex studenti. Eppure, nonostante il riscatto, non a tutti sarà possibile anticipare l’ingresso alla pensione o aumentare il vitalizio: un lavoratore che ha iniziato a lavorare nel 2015, a ventotto anni, pur riscattando cinque anni di laurea non riuscirà ad anticipare la pensione ma solo aumentare lievemente l’assegno pensionistico. Al contrario, chi ha iniziato a lavorare a ventiquattro anni potrà anticipare la pensione ma, al contempo, dovrà contare su risorse inferiori una volta in pensione.
Per coloro che, oltre a voler anticipare l’ingresso alla pensione, vogliono contare su risorse aggiuntive da pensionati una valida alternativa al riscatto di laurea è senz’altro il fondo pensione.
Continuiamo a leggere su propensione.it per scoprire quando conviene riscattare la laurea e quando è meglio scegliere un fondo pensione.