Viva la nonnaBambini e lockdown: cucinare è come stare in una bolla con mamma e papà

Preparare da mangiare diventa una strategia per insegnare ai figli a resistere al coronavirus e ad amare il cibo. Come hanno fatto le nonne con i grandi chef

Foto da Pixaby

C’erano una volta le nonne. Quelle che tenevano i bambini per ore, ma non inventavano giochi calibrati per loro. Li coinvolgevano semplicemente nella loro quotidianità. Spolverare un mobile diventava un’occasione per conoscere un universo fatto di soprammobili, libri, mappamondi e statuine di porcellana. Così in cucina i piccoli di casa si ritrovavano a sgusciare piselli e mondare fagiolini, in una sorta di rituale che oggi, in tempi di quarantena, ritorna prepotente nelle case. Perché in quel pulire, impastare, tagliare (per i più grandini) si nasconde un mondo di tranquillità, insieme al segreto di piccole e grandi conoscenze che passano di generazione in generazione. Quante volte abbiamo sentito i grandi chef intervistati in televisione raccontare di aver imparato l’amore della cucina proprio dalla nonna? La nonna non realizzava spume al sifone, ma coinvolgeva il nipotino nella preparazione delle tagliatelle più buone del mondo. E questo possiamo e dobbiamo fare noi genitori adesso, ritagliando uno spazio in cui i nostri bambini possano imparare ad amare il cibo. E a rilassarsi.

Che la chiusura forzata in casa sia uno stress per i più piccoli è un fatto, non servono grandi esperti per confermarlo: niente scuola, niente amici, niente parco giochi, niente nonni, alcuni hanno dovuto rinunciare perfino alla festa di compleanno. Ma non basta, gli psicologi sottolineano come la situazione sia davvero surreale per i nostri figli: ci vedono preoccupati, e non sempre le spiegazioni bastano a far comprendere la paura percepita in un grande; e ci vedono in una dimensione diversa dal solito, che non è la nostra. Molti di noi sono a casa, ma telelavorano. Siamo presenti fisicamente ma assenti per quanto riguarda le loro esigenze. Il mondo fuori sembra essere crollato, e anche quello dentro casa appare molto strano. Trascorrere del tempo insieme in cucina regala ai bambini un senso di sicurezza.

Mamma e figlia, papà e figlio, insieme, si ritrovano come in una bolla. Le cose brutte sono fuori. Dentro ci siamo noi e i biscotti da preparare. Si crea un legame forte. E si consente ai bambini di fare qualcosa che dà un risultato, una soddisfazione immediata. Quello che hanno preparato sarà sicuramente buonissimo. Cucinare diventa quindi anche un modo di far apprezzare ai bimbi quegli ingredienti che non sempre amano, su tutti le verdure, ma che fanno tanto bene. Non solo, ma attività come impastare, che offrono un coinvolgimento fisico, svolgono anche un’azione calmante, assicurano gli psicologi.

Senza dimenticare la creatività: le formine tagliapasta si possono usare non solo per confezionare deliziosi biscottini, ma anche per sagomare i toast, le crocchette di verdura, o banalmente le fette di mela. Un valore aggiunto che non è sfuggito agli insegnanti: da molte scuole, soprattutto in occasione della Pasqua, sono arrivate alle famiglie, insieme ad altri compiti da svolgere a distanza, indicazioni per realizzare dolci o altre specialità. E in alcuni casi gli scolari hanno avuto la soddisfazione di poter fotografare il loro operato e mandarlo alla maestra.

Ma la soddisfazione non manca nemmeno se il lavoro fatto in cucina rimane tra le mura domestiche: “l’ho fatto io” è sempre una bella frase da poter dire. Quindi rimbocchiamoci le maniche e mettiamoci al lavoro insieme ai piccoli chef. Per fare cosa? Le mansioni ovviamente andranno diversificate in base all’età. Per i più piccoli si potrà trattare di mescolare un composto, lavare l’insalata, spremere un’arancia, tagliare un frutto morbido come una banana con un coltellino di plastica, sbucciare un uovo sodo, senza dimenticare i preferiti delle nonne, piselli e fagiolini.

Ricordiamoci che i piccolini devono poter accedere in sicurezza al piano di lavoro: perfetta una torre montessoriana, ma anche uno sgabellino andrà bene. I più grandicelli potranno sbattere le uova, lavorare la pasta per le tagliatelle o per una crostata, condire l’insalata, pesare gli ingredienti, pelare le patate e raschiare le carote, o anche leggere la ricetta mentre la mamma esegue i passaggi più impegnativi. Ovviamente appena sono grandi e responsabili abbastanza da avere accesso ai fornelli si apre un mondo fatto di sughi, risotti e… insomma, tutto quello che si può fare in cucina, sempre sotto la sorveglianza di un adulto. E non dimentichiamo: non è mai troppo presto per imparare a mettere in ordine, a buttare la pattumiera, possibilmente differenziando, ad apparecchiare e a sparecchiare. In quarantena i bambini avranno così un loro ruolo che li farà sentire utili. E quando finalmente il lockdown sarà finito avranno acquisito delle abitudini davvero preziose.

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