Siti web che vendono falsi test di screening del sangue per diagnosticare il Covid-19, mascherine di qualità scadente provenienti dal Brasile, vendita di clorochina – un farmaco antimalarico – attraverso app di messaggistica istantanea. Insomma, in tempi di pandemia, l’unica economia che non si è arenata è quella della contraffazione. I gruppi criminali hanno ottenuto grandi incassi in tempi record. Lo rivela Europol, l’agenzia europea di contrasto alla criminalità organizzata e al terrorismo, in un’analisi in cui fornisce un quadro delle attività dei contraffattori.
I conti sono presto fatti: le società che mirano al mercato europeo per la distribuzione di prodotti e apparecchiature contraffatti hanno sede sia all’interno dell’Unione (soprattutto in Bulgaria, Germania, Paesi Bassi, Polonia) sia al di fuori (Cina, India, Stati Uniti). Le società più sospette sono polacche (12,3 per cento) e romene (11,1 per cento). Le italiane sono il 6,9 per cento del totale.
L’Europol, si coordina con le autorità di polizia degli Stati membri per realizzare operazioni multidisciplinari in grado di organizzare il contrasto su più livelli e garantire un monitoraggio costante. Lo scorso marzo l’agenzia europea ha concluso l’operazione “Pangea”, in collaborazione con l’Interpol, l’organizzazione internazionale della polizia criminale: 121 arresti, il sequestro di 13 milioni di euro di farmaci potenzialmente pericolosi, 4,4 milioni di prodotti farmaceutici illeciti, 37.000 dispositivi medici non autorizzati e contraffatti (principalmente mascherine).
«I criminali se ne approfittano: ci seguono online e sfruttano le nostre preoccupazioni per il virus – aveva detto la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen – La nostra paura diventa la loro opportunità per fare affari: secondo le nostre agenzie Ue, la quantità di crimini informatici nell’Unione è cresciuta».
Non da meno Didier Reynders, commissario europeo per la Giustizia e i consumatori, che aveva inviato una lettera a gestori di piattaforme social, motori di ricerca e store online invitando a collaborare, chiedendo a colossi come Facebook, Google e Amazon, di identificare le pratiche illegittime, eliminarle e impedire che possano ripresentarsi.
I gruppi criminali hanno affinato la tecnica. La loro offerta si è adeguata per rispondere alla carenza sul mercato regolare con la stessa capacità di adattamento del covid-19 nel corpo umano. Dove c’era una falla, hanno messo una mascherina contraffatta. E così per tutto il resto. Alcuni dei prodotti distribuiti con questa tecnica, scrive l’Europol, hanno messo a rischio la vita di persone e di lavoratori in prima linea nell’assistenza sanitaria e altri settori essenziali.
Europol ha monitorato anche le piattaforme dei social media per seguire la diffusione delle informazioni. Solo in Italia ha rilevato 1.699 post su Twitter collegabili a prodotti contraffatti. Oltre alle piattaforme consolidate, sono stati creati nuovi siti web, che vendono falsi kit di test domestici covid-19 e offrono consigli non confermati e spesso falsi sul trattamento, con lo scopo specifico di trarre profitto dalla pandemia. I metodi di pagamento accettati sono tra i più vari: carte di credito, criptovalute e persino pagamenti alla consegna.
Facciamo un esempio pratico: la clorochina, un farmaco normalmente usato nel trattamento della malaria. Nelle prime fasi del coronavirus alcuni siti avevano lanciato l’idea che potesse curare anche il covid-19. Ma nessuno studio clinico ha confermato questa teoria. Questo non ha impedito ai più furbi di vendere ai meno furbi la clorichina, per giunta contraffatta.
Europol ha analizzato i siti web delle società che vendono questa sostanza e ha notato che ricorrono sempre alcuni numeri telefonici, quasi tutti con il prefisso degli Stati Uniti. Il metodo di contrasto, in questo caso, e anche in maniera più diffusa, prevede la collaborazione tra aziende private che producono legalmente la sostanza e autorità per individuare il falso. Certo, la frode delle prescrizioni per ottenere vari tipi di prodotti farmaceutici complica tutto.
I gruppi criminali stanno allargando il campo anche su beni alimentari contraffatti o di scarsa qualità. Il ragionamento è sempre lo stesso: dove c’è paura di perdita, c’è opportunità di guadagno. E se ormai siamo abituati a file infinite nei supermercati, pronti ad accaparrare l’ultima bustina di lievito, chissà che non sia facile abituarsi ad avere prodotti pronti da mangiare direttamente a casa propria comprati online e molto simili a quelli originali.
«Le organizzazioni criminali italiane di stampo mafioso sono state tradizionalmente coinvolte nel commercio di merci contraffatte e scadenti, compresi alimenti e altri prodotti – scrive Europol – I gruppi criminali potrebbero quindi cogliere l’opportunità per offrire tali articoli più ampiamente a causa dell’aumento della domanda a seguito della paura di alcuni cittadini dell’insicurezza alimentare».
C’è un problema: non sappiamo ancora di quanti milioni, o miliardi di profitto generi questo mercato speciale. Sappiamo però con certezza che una parte significativa degli utili ritorna ai paesi di produzione. Nell’Unione, il guadagno ottenuto dal commercio di queste merci illegali viene riciclato in attività ad alta intensità di circolazione di denaro. Le merci si producono fuori dall’Unione e questo è l’ostacolo principale per gli sforzi investigativi delle autorità degli Stati membri.
«I prodotti contraffatti venduti durante questo periodo di crisi – afferma il Direttore esecutivo di Europol, Catherine de Bolle non soddisfano gli standard di qualità richiesti e rappresentano una vera minaccia per la salute e la sicurezza pubblica. Non dobbiamo solo dare la caccia ai criminali dietro queste truffe, ma anche, attraverso il lavoro di prevenzione, bisogna informare le potenziali vittime che stanno mettendo a rischio se stessi e gli altri».
Un ruolo importante lo svolge anche il deep-web, ovvero quella parte della rete internet non indicizzata da motori di ricerca e raggiungibile solo attraverso specifici software, configurazioni e accessi autorizzativi. Ma c’è un risvolto positivo, se così si può dire. Proprio perché non è così facile penetrare nel deep-web le principali piattaforme di distribuzione di prodotti contraffatti rimangono nella Rete accessibile a tutti.
Questa la situazione al momento, ma Europol guarda già al prossimo problema: i vaccini. Quando e se si troverà una cura al covid-19 i truffatori elaboreranno anche offerte per vaccini falsi per recuperare le perdite dovute alla carenza di domanda per farmaci contraffatti. Seppur contraffatto, anche loro rispettano le leggi del mercato.