Non saranno Coronabond, ma sono tantissimi soldi. Soldi che (non succederà, ma osiamo sperare almeno in qualche minuto di requia) zittiranno i twittatori anti UE che aiuteranno (davvero, non serve sperarlo) chi in questi giorni difficili si è ritrovato senza lavoro. Secondo una stima assai cauta della Confederazione Europea dei Sindacati, che tiene conto solo delle domande di sussidio presentate e tralascia gli autonomi, il sommerso e la situazione di chi, semplicemente, non ha potuto o saputo presentare domanda, solo nelle ultime due settimane, in Europa, un milione di persone ha perso il lavoro. Per questo ora la cosa da fare, oltre a fornire misure di stimolo alla ripartenza, è evitare che questo milione e più di nuovi disoccupati, all’improvviso e senza colpe, si trasformi in un milione e più di poveri
Di questo si occupa il pacchetto Sure, presentato dalla presidente Ursula von der Leyen in un video pubblicato sui canali social della Commissione.
Si tratta in buona sostanza, di un pacchetto da 100 miliardi di euro (che potranno essere aumentati, se dovesse servire) con cui l’UE intende finanziare le misure di sostegno a chi ha perso il lavoro. Questi soldi saranno girati ai Paesi (come l’Italia o la Spagna) che sono stati più colpiti dal Covid-19 e che hanno registrato le maggiori richieste di sussidio di disoccupazione. Serviranno a finanziare misure di ammortizzazione sociale come la cassa integrazione italiana o il Kurzarbeit tedesco, che assicurano comunque il 60% della retribuzione anche ai lavoratori le cui aziende sono ferme e non hanno introiti (come i bar, per esempio) o, anche se ne hanno, incassano cifre fortemente inferiori al solito.
La solidarietà europea in azione! @EU_Commission propone una iniziativa europea per la cassa integrazione, SURE, per aiutare i paesi più colpiti dalla crisi, tra cui IT & ES. Per salvare milioni di posti di lavoro e riavviare al più presto il motore dell’economia europea. pic.twitter.com/Qg9H6NkyNv
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) April 1, 2020
L’idea, va detto, non è del tutto nuova, ma era sui tavoli di Bruxelles già da tempo. Solo che lo era con fondi assai inferiori (circa la metà) e con tempistiche più lunghe. La crisi da CoronaVirus, come prevedibile, ha fornito alla procedura una improvvisa accelerazione e consentito di mettere da subito i soldi sul tavolo. I soldi erogati saranno garantiti dagli stati stessi che ne beneficiano e dall’UE stessa che se ne farà, a sua volta, garante (i cosiddetti prestiti back to back)
A salutare con soddisfazione (e forse persino speranza) l’operazione è stato il Commissario all’Occupazione, il lussemburghese Nicolas Schmit, tra i più accesi sostenitori della necessità di una risposta europea e unita alla crisi da CoVid: «Lo dirò senza mezzi termini- ha dichiarato a Politico- sarebbe un errore pensare che alcuni paesi avranno una ripresa rapida e forte e alcuni nell’UE rimarranno indietro. L’Europa uscirà da questa crisi sanitaria e sociale insieme. Rischiamo di entrare in un periodo più difficile e alla fine sarà dannoso per tutti. Quindi solidarietà è la parola che dovremmo mettere in azione politica concreta».