«Se in un’azienda c’è un dipendente positivo, tutta l’azienda viene posta in quarantena? Se in questo Parlamento ci sono dei positivi o a palazzo Chigi ci sono dei positivi le risulta che chiudiamo le istituzioni? A noi non risulta». Questa è la risposta del deputato di Italia viva Luciano Nobili alle dichiarazioni del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, ancora intenzionato a non far ripartire il campionato.
Intervenuto alla Camera dopo l’informativa del ministro, Nobili ha spiegato che «per la ripartenza del calcio e dello sport c’è tutta la maggioranza parlamentare e anche le forze d’opposizione». Per il deputato fermare il campionato in caso di contagio di un giocatore può essere un’idea legittima, ma è comunque una minoranza all’interno del Parlamento.
Sul caso era intervenuto in precedenza anche il fondatore di Italia viva Matteo Renzi: «Il campionato deve ripartire. A tutti quelli che dicono che non è una priorità ricordo che il calcio finanzia larga parte dello sport italiano. E se uno ha il coronavirus lascia il ritiro e va in quarantena. Ma la squadra gioca e il contagiato risulta tra gli infortunati. Bloccare tutta la squadra in caso di positività di un singolo è assurdo».
Il ministro Spadafora nelle ultime settimane ha sempre mantenuto una linea molto prudente. «Capisco che ci sia un’attenzione particolare per il calcio – aveva detto in un intervento alla Camera, mercoledì scorso – per la sua importanza sociale e per il valore aggiunto dell’industria. Noi vogliamo riaprire il campionato per farlo concludere, ma dovremo farlo nella massima sicurezza».
Intanto da sabato riparte il campionato in Germania – sia la Bundesliga, sia la seconda divisione – all’insegna di una nuova “normalità”: si giocherà solo a porte chiuse e sono previsti 25mila tamponi per i calciatori e i componenti degli staff tecnici fino al termine della stagione.
È il primo grande campionato europeo a riprendere dopo lo stop – in Bielorussia non si è mai fermato, e le piccole isole Far Oer hanno iniziato la stagione il weekend scorso, con due settimane di ritardo sulla tabella di marcia – mentre alcuni sono terminati in anticipo: in Francia, Olanda, Belgio e Scozia, ad esempio, le federazioni locali hanno dichiarato la stagione conclusa.