Costruire l’innovazioneHuman Technopole apre le porte a scienziati e aziende

La dirigenza del centro di scienze per la vita nell’ex area Expo di Milano ha presentato le linee di sviluppo dei prossimi anni e messo insieme per la prima volta rappresentanti della ricerca, dell’industria e delle istituzioni. Il tipo di cooperazione che ci porterà nel futuro

Foto dalla pagina Facebook di Human Technopole

Ha preso il via Open HT, il primo di una serie di incontri volti a collegare il mondo accademico, quello dell’industria e quello medico e a farli dialogare in quello che sarà il cuore pulsante della loro collaborazione, ovvero Human Technopole.

Non solo perché il centro radunerà le migliori menti e tecnologie nel campo delle scienze per la vita, più nello specifico negli ambiti della genomica, neurogenomica, biologia computazionale, biologia strutturale e salute pubblica. Ma perché ha l’ambizione di diventare un luogo fertile per creare ponti e sinergie fra portatori di interesse per lo sviluppo della medicina del futuro.

«Organizzeremo regolarmente incontri collettivi come questo. L’intento è spiegare come si sta mantenendo la promessa che abbiamo fatto al paese. L’ambizione è costruire un centro di ricerca e piattaforma tecnologica aperta che rispetti i più alti standard internazionali, svolgendo un vero servizio alla scienza italiana ed europea, fortemente connesso con università, centri di ricerca, ospedali e industria», ha detto Marco Simoni, presidente di Fondazione Human Technopole.

Al primo appuntamento di Open HT erano presenti non solo i rappresentanti delle università italiane, ma anche Confindustria, Assolombarda, Assobiotec, oltre alle istituzioni, compreso il ministro dell’Università e della ricerca Gaetano Manfredi. «La pandemia ci ha ricordato la centralità della ricerca nella società di oggi e in quella di domani. La nostra sicurezza e salute in futuro sono legate soprattutto alla capacità di fare ricerca», ha commentato il ministro. «E per un’istituzione scientifica che vuole lavorare sulla ricerca di frontiera, mettersi in discussione e confrontarsi è un valore molto importante».

Malgrado alcuni rallentamenti nelle costruzioni dovuti al coronavirus, il lavoro del centro non si è mai fermato: i capi dei vari dipartimenti si sono già insediati e hanno anche avviato progetti per rispondere all’emergenza. Sono tutti molto impazienti di iniziare, comprese le imprese che già hanno dato la loro disponibilità per insediarsi nel campus MIND, il distretto di innovazione destinato a diventare una vera e propria cittadella della scienza.

«Notiamo che l’interesse delle aziende è soprattutto per la ricerca computazionale nell’area biomedica», spiega Iain Mattaj, ex capo dell’European Molecular Biology Laboratory e oggi direttore di Human Technopole. Ma HT è anche molto di più, un ecosistema dove i ricercatori avranno accesso alle migliori tecnologie e potranno anche avviare laboratori indipendenti, con fondi loro dedicati.

«Il nostro scopo primario è aumentare gli investimenti nelle scienze della vita. Grazie alle tecnologie che ospiteremo l’Italia sarà sempre più in grado di attrarre investimenti internazionali», ha dichiarato Simoni.

Si tratta dell’esempio più vicino al futuro che si possa immaginare attualmente. «Le scelte strategiche sono determinanti. Questo è uno strumenti che ci aiuta a portare avanti una politica della ricerca condivisa, leva importante per fare bene. C’è il massimo sostegno del governo a questo progetto condiviso», ha concluso il ministro Manfredi. «Il futuro ci chiede tanto ma ci dà anche tante opportunità». Nell’arco delle prossime settimane i vertici del centro si incontreranno con i rappresentanti del governo. «Così potremo mettere a terra questi incontri sicuramente utili. Un atto importante per fare sintesi fra le diverse sensibilità in campo».

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