CreativitàLa quarantena è stata un’occasione

Storie di utilizzo positivo del tempo in lockdown, che non è stato solo e per forza una costrizione, ma per alcuni è diventato il momento perfetto per riscoprire una passione, approfondire un hobby, coltivare una novità. E magari progettare un futuro diverso

In queste settimane abbiamo scoperto tutti una nuova dimensione del tempo e dello spazio. All’improvviso le nostre giornate sono diventate più lunghe e contemporaneamente il mondo  piccolo piccolo. Da questa nuova condizione sono nate esperienze curiose, appaganti, in alcuni casi estreme. Qualcuno si è buttato sull’autoproduzione gastronomica aggiungendo un tocco artistico, altri hanno preferito andare sul sicuro seguendo i passi dei maestri ma c’è anche chi ha imbiancato casa da solo o ripreso un vecchio hobby che teneva nel cassetto perché nessuno sfugge al potere magico del fare. Quelli che leggete qui sono alcuni contributi creativi raccolti dalla redazione.
Vuoi raccontarci il tuo pezzetto di storia e condividere quello che hai fatto in questo periodo?  Scrivici: [email protected]

Ho imparato da mia figlia a infrangere tutte le regole

Sono nata in Slovacchia ma negli ultimi due anni ho vissuto a La Coruña, una bellissima città della Galizia, nel Nord-Ovest della Spagna. Come sapete, il Covid19 ha duramente colpito la Spagna e abbiamo dovuto trascorrere due mesi chiusi nelle nostre case. A causa delle restrizioni, ho trascorso la maggior parte del tempo con mia figlia di tre anni e insieme abbiamo disegnato e fatto piccoli lavori manuali. Così ho potuto osservare i suoi disegni e il modo in cui gioca con i colori. Mi ha insegnato tanto su come divertirmi a infrangere tutte le regole possibili quando si crea. Il disegno della mia faccia con la mascherina è il risultato della profonda frustrazione che sento e dell’impossibilità di agire liberamente: mi guardavo allo specchio e vedevo l’immagine che tutti stavamo condividendo, un volto con una maschera. Grazie alla libertà di esprimermi senza regole ho dato sfogo ai sentimenti frustranti che stavo provando proprio come mi ha insegnato mia figlia.

Nina Sefcik, illustratrice, su Instagram @ninasefcik

La felicità è mangiare un biscotto

Negli ultimi due mesi ho pensato molto a cosa fare come designer per regalare anche soltanto trenta secondi di felicità alle persone. Da quando siamo a casa abbiamo riscoperto molti rituali a cui non eravamo più abituati, tra cui la cottura al forno. Così sulla scorta dell’idea di stare insieme e fare cose divertendosi mi è venuto in mente di progettare un tagliabiscotti con la forma di un tagliere in legno. L’impugnatura facilita la presa anche quando il biscotto è ricoperto di marmellata, Nutella o creme spalmabili in genere. Ho anche progettato un mattarello dalla texture tridimensionale che si ispira al tipico merletto veneziano. Ho messo gratuitamente a disposizione sul mio sito il file Stl della formina e del mattarello così chi lo desidera può stamparli in 3D.

Luca Nichetto, designer, su Instagram @lucanichetto

Penso che le persone abbiano bisogno di essere sorprese ogni giorno

Il progetto #drawthecurtains nasce da una sensazione di impotenza e noia. Io e il mio compagno volevamo aiutare la nostra comunità in qualche modo ma non avevamo una macchina da cucire per realizzare maschere protettive. Cosa potevo fare? Di solito pubblico i miei disegni sui social media, così ho deciso di stamparli e appenderli alla finestra per sorprendere le persone mentre passavano. Poi ho pensato che dopo un po’ di giorni lo stesso disegno sarebbe stato superato e quindi ho iniziato a farne uno nuovo ogni giorno. Lavorando sempre da casa non ho dovuto cambiare molto le mie abitudini, ma a differenza di me la maggior parte della gente era così disorientata e disconnessa dalla normale routine. Penso che le persone abbiano bisogno di essere sorprese da qualcosa ogni giorno mentre sono bloccate in quarantena. Il progetto ha superato ogni mia aspettativa ed è stata una delle cose più gratificanti su cui abbia mai lavorato. Dal momento che ci siamo trasferiti da poco da New York a San Francisco è stato anche un modo per conoscere i nostri vicini. Ora ho un sacco di follower tra i miei vicini di casa!

Rob Sayegh, illustratore, su Instagram @robsayart

Volevo solo fare una grigliata invece mi è uscita una lampada

Come tutti speravo di poter festeggiare il 1° Maggio all’aria aperta, celebrando la festa dei lavoratori a suon di grigliata, birre e dolci fatti in casa. Con malriposta lungimiranza avevo comprato con largo anticipo tutto l’occorrente ma sappiamo tutti com’è andata. Morale della favola: mi ritrovo con una borsata di roba che, penso, chissà quando potrò adoperare se le cose andranno avanti di questo passo. Faccio una cernita: le teglie in alluminio le posso usare in casa per cucinare, tovaglioli di carta e il rotolo di pellicola sono sempre utili in cucina… ma gli stecchini per gli spiedini, quei maxi stuzzicadenti lunghi 30 cm e dal diametro di circa 3mm? Oltre che per infilzare la carne e, al limite, mescolare la vernice nei barattolini da modellismo non hanno senso di esistere. Poi ho pensato che, forse, con l’aiuto di una stampante 3D potevo trovare un nuovo scopo.
E così è nato Primomaggio. Il progetto è molto semplice: un unico elemento dotato di foro centrale per il passaggio del cavo portalampada e corona circolare con 36 fori a forma di cono dove inserire altrettanti stecchini nel verso della punta. Come sospensione è perfetta così; se invece volete usarla come lampada da tavolo è
sufficiente stringere una fascetta da elettricista in prossimità dell’uscita del cavo dalla calotta per assicurare saldamente tra loro le due parti. Con una semplice operazione di cambio contesto ho trasformato un oggetto irrilevante, uno stecchino usa e getta in legno, nel componente di un funzionale paralume. È possibile acquistare il file 3D della lampada (formati .OBJ e .STL) qui e stamparla. Gli stecchini, però, devi metterli tu!

Alberto Ghirardello, product designer, su Instagram @alberto_ghirardello

Siamo ripartiti dal nostro garage per continuare a fare design

Dopo varie esperienze in studi internazionali di progettazione, nel 2016 siamo tornati a Roma e abbiamo lanciato la nostra startup che, grazie a un crowdfunding, ci ha permesso di realizzare il nostro primo prodotto, la lampada D-Twelve. In pochi anni dalla nostra casa-laboratorio siamo riusciti a sviluppare una piccola industria creativa che esporta in tutto il mondo.

Il lockdown ci ha riportati a quei giorni di 4 anni fa, quando chiusi in casa lasciavamo correre la mente per dare forma alle nostre idee. Sull’esempio delle moltissime persone che si sono mobilitate per dare una mano anche noi ci siamo chiesti come avremmo potuto essere utili. Dopo aver trasferito parte delle attrezzature nel garage di casa, abbiamo creato Esse, una lampada da tavolo in cemento progettata per poter essere realizzata anche in periodi come questo, caratterizzati da scarsità di attrezzature e forniture. La sua forma essenziale è conseguenza dell’impossibilità di fare stampi complessi lavorando dentro casa, mentre l’asola laterale nasce per consentire il montaggio dei cablaggi elettrici anche senza attrezzature. Per ogni pezzo venduto doneremo 35 euro alla Fondazione Lang Europe Onlus a sostegno del fondo COVID-19 Solidarity Response Fund dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’intero progetto è stato realizzato in collaborazione con Sign Press di Isabella Clara Sciacca.

Alessandro Mattei e Caterina Naglieri, Plato Design

I ristoranti chiusi sono diventati dei temporary shop di frutta e verdura

Qui a Bruxelles i ristoranti sono chiusi da metà marzo e i mercati all’aperto di frutta e verdura sono stati proibiti. Il ristorante “Le Canard Sauvage”, vicino casa mia, in questi giorni ospita i prodotti di una fattoria locale. In questo modo l’agricoltore si assicura un piccolo reddito e immagino che il ristorante ottenga da lui un affitto. C’è stata molta solidarietà, le persone si sono aiutate a vicenda, ma anche tanta sofferenza: i poveri sono diventati ancora più poveri. Quello che ho imparato su questo confinamento è quanto sia importante votare per politici che si prendono cura delle cose essenziali della vita come la qualità della vita, l’assistenza sanitaria, l’educazione.

Questo periodo è stato anche un momento per pensare a come viviamo e a ciò che è importante nella vita. Ho apprezzato la calma e il silenzio: meno macchine in città, aria più pulita, uccelli che cantano. Personalmente non lavoro da un mese e mezzo e ho avuto molto tempo per disegnare e dipingere. Ogni giorno ho realizzato un video tutorial sul mio canale You Tube per le persone che volevano imparare a dipingere ad acquerello. Di solito mi sento in colpa quando disegno e dipingo. Il mio subconscio mi dice che dovrei fare qualcosa di più utile con il mio tempo frenando così la mia creatività. Ora che termina lentamente il confinamento (lentamente: il virus è ancora qui, quindi lavoriamo il più possibile a casa e usciamo solo se necessario) mi chiedo quale sarà il nuovo flusso normale della realtà. Non voglio ricominciare a correre. Voglio davvero dedicare più tempo alla creazione e più tempo al relax e al silenzio.

Barbara Luel, architetto, su Instagram @barbaraluel

Finalmente ho il tempo per costruire una navicella spaziale

Sono nata a Sava, un paesino in provincia di Taranto, e da sei anni vivo a Londra. L’emergenza Covid-19 è arrivata come un fulmine a ciel sereno, proprio quando Londra inizia a fiorire e tutti eravamo entusiasti di passare più tempo all’aria aperta dopo un inverno freddo e piovoso. Qui il lockdown non è stato estremo come in Italia, l’esercizio fisico e le passeggiate nel parco non sono mai state vietate. Quello che mi è mancato sono state le fonti di ispirazione diretta: musei, musica, metropolitana sono sempre un grande spunto creativo nei momenti di blocco. La mia passione più grande è illustrazione per l’infanzia e lavoro molto a contatto con le scuole e i bambini. A Londra le famiglie sono sempre più impegnate e i bambini molte volte trascorrono pochissimo tempo con i loro genitori.

Ovviamente il lockdown non è una bella esperienza, i bambini hanno bisogno di trascorrere tempo con i loro coetanei ma volendo vedere il bicchiere mezzo pieno credo che questo periodo abbia avuto i suoi lati positivi. Ascoltando i racconti dei miei amici e dei loro figli ho notato che i più piccoli erano per la maggior parte felici di passare più tempo con la loro famiglia. Incuriosita da questo pensiero ho deciso di chiedere direttamente ai miei conoscenti cosa pensassero i loro bambini della quarantena. Ho ricevuto dei feedback molto divertenti. Le risposte più comuni ovviamente sono state “mangiare tutti insieme” o “poter giocare di più con mamma e papà” ma c’è anche chi ha apprezzato la quarantena perché ha avuto più tempo libero: Stefano ha costruito un robot, Andrea una navicella spaziale, Lorenzo addirittura uno squalo 3D! Così è nato il mio progetto Bimbi in quarantena che illustra le risposte arrivate da ogni parte del mondo. Il progetto è in continuo aggiornamento e mi fa sempre piacere ricevere nuovi contributi da illustrare. Potete scrivermi a [email protected]

Simona De Leo, illustratrice. Su Instagram, @simona_deleo_illustrator

Il diario mi ha aiutato a tenere vicini i momenti che abbiamo vissuto

Vivo a Madrid, qui la malattia ha colpito molte persone e il confinamento è stato molto duro. Siccome non mi piace molto cucinare, per distrarmi e occupare il tempo ho tenuto una specie di diario giornaliero composto da disegni e collage. Mi è molto piaciuto farlo e adesso lo rileggo, così tengo vicini i momenti che abbiamo vissuto: le persone distanziate in coda al supermercato, la persone affacciate alle finestre, gli autobus che passavano vuoti e che hanno rappresentato a lungo l’unico lampo di blu nel grigio delle giornate. Ricordo anche un momento molto triste a fine aprile in cui le persone, per far arrivare il loro disappunto nei confronti dell’operato del governo, hanno protestato rumorosamente usando pentole e coperchi. Ho scelto di condividere un momento bello che ha scandito le nostre giornate, l’appuntamento delle venti per applaudire medici, infermieri e tutte le persone che hanno dovuto continuare a lavorare rischiando la vita. Il disegno raffigura me e mia figlia sul balcone

Dolores Prados Torreira, interprete. Su Instagram, @d.pradostorreira

Il mondo è ancora là fuori

Stiamo vivendo una situazione senza precedenti e piena di incertezze. Il mondo sembra si sia trasferito in internet, ma il web non lo può contenere tutto. Il mondo è ancora fuori. Quello che balza agli occhi è che se noi ci fermiamo la natura respira e noi torniamo a respirare con lei. L’illustrazione che ho scelto di condividere si chiama Wandering Animals in Lockdown e fa parte del progetto Mapping This Moment promosso da They Draw & Travel https://www.theydrawandtravel. L’idea mi è venuta dopo aver visto un video di un orso che si era arrampicato su un balcone in Trentino. Ho cercato in internet altri animali segnalati nelle città deserte e ho notato che molti di loro attraversavano sulle strisce pedonali, per cui ho pensato di inserirle nell’illustrazione. Dopotutto le strisce pedonali sono ciò che accomuna le strade asfaltate delle città del mondo.

Emma Bresola, artista. Su Instagram, @emma.bresola

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