Affidabilità della filieraAnche i dispositivi medici sono tracciati

In maniera analoga ai prodotti alimentari, anche per le apparecchiature diagnostiche del campo sanitario vale la regola dell’identificazione e riconoscimento dei lotti. A contenere le informazioni è il codice UDI (Unique Device Identification)

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Tiziana FABI / AFP

Fino a qualche anno fa la sigla UDI (acronimo di Unique Device Identification) era nota solo agli addetti ai lavori. Ora sta diventando una realtà ampiamente conosciuta a chiunque operi nel settore sanitario.

Lo UDI è infatti il sistema usato per identificare e marcare i dispositivi medici e diagnostici in vitro lungo la supply chain sanitaria in Europa, Stati Uniti e altri paesi per:

  • Garantire la sicurezza dei pazienti.
  • Assicurare la tracciabilità e la rintracciabilità dei dispositivi medici.

E sebbene l’emergenza sanitaria tuttora in corso abbia fatto slittare la data di entrata in vigore delle nuove norme UE riguardanti i dispositivi medici e diagnostici in vitro- rispettivamente i Regolamenti EU 745/2017 e 746/2017 – continua a crescere il numero delle aziende produttrici che ne fanno richiesta.

IL SISTEMA UDI E GLI STANDARD GS1

Lo UDI è un codice alfanumerico che identifica univocamente ogni dispositivo medico presente sul mercato ed è costituito da due parti:

  1. UDI-DI, che identifica il dispositivo medico.
  2. UDI-PI, che rappresenta le informazioni utili alla tracciabilità e rintracciabilità del dispositivo medico.

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