Expat Vittoria e Lione: una storia d’amore interrotta dal virus

Erasmus e stage in Francia: poi arriva il coronavirus e bisogna tornare a casa. Ma nel frattempo nasce un progetto parallelo, che in un account instagram racconta agli stranieri la cucina italiana di tradizione

Giovane e dinamica, Vittoria Risetti ha lasciato la famiglia per studiare prima, con un erasmus che l’ha portata a Parigi, e lavorare poi nella sua amata Francia, e a Lione ha vissuto il suo lockdown.

Lì ha capito quanto la differenza tra Francia e Italia nella gestione del virus fosse sostanziale: «Sono arrivata a Lione a settembre per uno stage che è il termine del mio double degree. Sarei dovuta stare fino luglio, ma dopo aver avuto dall’azienda lo smart working sicuramente fino a giugno, ho deciso di tornare in Italia, considerando che non si sa ancora bene come andranno le cose. Ma di sicuro nelle settimane che ho vissuto a Lione durante il lockdown mi sono resa conto che in Francia hanno un atteggiamento un po’ più tranquillo e rilassato. A me personalmente controlli non sono mai capitati, non era permesso alle farmacie vendere le mascherine quindi la maggior parte delle persone girava senza. Era permessa un’ora d’aria al giorno, per una passeggiata o attività fisica da fare nel raggio di un chilometro da casa. In centro non ho notato una grande differenza rispetto a prima: anche se i bar erano chiusi c’erano tante persone sedute con la birra a chiacchierare, come se non fossimo in questa situazione.»

Mentre al supermercato la situazione è stata abbastanza simile alla nostra. Continua Vittoria: «La prima volta che sono andata al supermercato, nei primi giorni di lockdown, c’è stato sicuramente un momento di choc: c’erano gli scaffali vuoti, non c’erano più pasta né riso, né carta igienica, devo dire che questa cosa mi ha molto colpita. C’era poco di tutto anche nel reparto ortofrutta, e anche lì c’è stato l’assalto per le prime settimane. Nel periodo seguente la situazione è migliorata e mancavano solo alcuni prodotti specifici».

Di sicuro, tra gli italiani che risiedono all’estero, Vittoria è tra le più fortunate, a livello gastronomico: «In Francia più o meno si trova tutto: forse quello che c’è meno anche nei supermercati più forniti è il reparto di gastronomia con i nostri salumi. Sicuramente la Francia è più rinomata per i formaggi! Un’altra cosa che mi colpisce sempre molto è la grande presenza e diffusione dei piatti già pronti: è molto più raro che qualcuno si porti da casa un piatto preparato da sé, i colleghi vengono in ufficio con le vaschette già pronte. Io ritengo ancora un privilegio preparare i pasti a casa».

E per far passare il tempo nei giorni più bui, Vittoria ha deciso di coltivare la sua passione per la cucina italiana, aprendo un account instagram dove condivide ricette della tradizione e sue personali versioni dei piatti nostrani: «Ho aperto l’account forse anche per essere più vicina all’Italia. Sono sempre stata appassionata di cucina e mi è sempre piaciuto sperimentare nuove ricette, soprattutto dolci. Mi sembrava il giusto modo per avere un passatempo ma promuovere anche le ricette italiane all’estero. Ho sempre avuto a che fare con tanti amici internazionali, e tutti apprezzano l’Italia, tutti chiedono le ricette. La cucina del nostro Paese ha molto potenziale e mi è parso bello poter sfruttare i social per arrivare a tante persone in tutto il mondo, e per valorizzare il nostro paese che in questo momento ne ha molto bisogno».

Sulle preferenze, come sempre i primi vincono: «Sicuramente i piatti di pasta sono quelli che vengono apprezzati da tutti. All’estero, nonostante tutte le ricette che vengono pubblicate, hanno ancora ancora dei dubbi sull’utilizzo della panna. Mentre sui dolci la crostata e le ricette classiche e tradizionali piacciono sempre tanto».

Chissà se questa esperienza e l’impatto del virus cambieranno la visione di Vittoria e il suo futuro: «In un momento come questo prendere decisioni a lungo termine è più difficile. Ho apprezzato molto la Francia, decidendo di fare anche la seconda esperienza qui. Ma sono anche consapevole che l’Italia ha tanto da offrire: in base anche alle opportunità di lavoro che troverò deciderò, ma cercherò di privilegiare l’Italia. Andare all’estero per fare esperienza è importante ma poi è bello poter portare quello che hai imparato nel tuo Paese, che apprezzi anche di più quando ritorni qui dopo aver vissuto altrove. Ma di base dove vivrò dipenderà dalle opportunità di lavoro. Di sicuro, se fosse in Italia sarei molto contenta».

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