Katia Scicolone, 29 anni a giugno, è accountant and office administrator dello studio internazionale di architettura DAAA Haus, a Malta. In italiano il suo lavoro può essere tradotto come commercialista, contabile e amministratore d’ufficio. L’abbiamo raggiunta per capire come si vive in una piccola isola del Mediterraneo questo tempo così strano.
Qual è la situazione attuale a Malta: a quale fase siete?
Attualmente a Malta la situazione sembra stabile riguardo la diffusione del COVID-19. L’isola è piccola e la diffusione del virus, pur se Malta è sovrappopolata, è stata contenuta grazie alla chiusura dell’aeroporto e dei porti. Per fare un paragone, le dimensioni dell’isola sono uguali alla mia città natale che è Gela, in Sicilia e la popolazione è pressapoco come quella di Palermo.
Al momento siamo nella cosidetta fase 2. I negozi stanno riaprendo, pur se l’aeroporto rimarrà chiuso fino a data indefinita. L’unico accorgimento che ha preso Malta e non ha preso, ad esempio, l’Italia à che le cosiddette “persone a rischio” hanno il divieto di uscire di casa, anche in questa fase. Per “persone a rischio” si intendono persone che hanno patologie, donne in gravidanza e persone con un’eta’ superiore ai 65 anni.
Come si mangia normalmente e come è cambiata la tua alimentazione con il virus?
La cucina a Malta, essendo una nazione nel Mediterraneo e che ha avuto una forte influenza anche italiana, è abbastanza simile alla nostra, seppur molto diversa su alcuni aspetti.
Si tende a mangiare la pasta ed ad usare ricette molto simili a quelle italiane, specialmente del sud, ma diciamo che è stata “sporcata” dall’influenza inglese.
Insomma, se noi prediligiamo l’uso dell’olio extra vergine d’oliva, loro usano tantissimo il burro. Poi per il resto, le loro ricette tradizionali sono molto simili a quelle siciliane. Ad esempio i loro pastizzi sono molto simili alle paste da rosticceria ragusana, sia nei nomi che nelle loro forme e ripieni. Ma a Malta usano tantissimo lo zenzero che in Sicilia non viene usato tradizionalmente.
La mia alimentazione col virus non è cambiata troppo. Se prima, magari, mi capitava di comprare qualcosa fuori a pranzo nei giorni lavorativi, ora invece porto sempre il cibo da casa.
In generale, che cosa ha cambiato il virus nella tua quotidianità?
Beh, nella mia quotidianità è cambiato soprattutto il fatto di sentirmi libera di muovermi. Mi spiego meglio… Essendo Malta formata da due piccole isole, per me era normale pensare di andare a fare una passeggiata a sud, come a nord o a Gozo senza pensarci troppo. A seconda del mio umore, decidevo e andavo senza troppi programmi, dove volevo. Ora invece, a seguito del lockdown, questa sensazione di “libertà” è un po’ svanita. Le mie giornate sono fatte di casa, lavoro, spesa. In effetti, il governo non ci vieta di muoverci, ma in me è rimasta la percezione che là fuori ormai non è sicuro come prima e che soprattutto, se accidentalmente venissi infettata dal coronavirus, automaticamente pure tutti i membri dello studio dove lavoro ne saranno vittime. In studio noi cerchiamo di seguire tutte le linee guida imposte e suggerite dal governo. Ma ovviamente, ogni qualvolta una persona viene riscontrata positiva, vengono automaticamente messe in quarantena preventiva tutte le persone con cui è stata a contatto. E se quindi venissi contagiata, nella mia testa c’è soprattutto il pensiero verso tutti i ragazzi dello studio, che per me sono come una grande famiglia, e soprattutto Keith, il titolare dello studio, che si impegna immensamente per tutti noi ogni giorno, soprattutto in questo periodo.
Ci sono stati dei prodotti che sono diventati introvabili?
Beh, sì che io sappia, ma personalmente non mi è capitato direttamente di non poter trovare un prodotto specifico. Ovviamente le mascherine erano introvabili all’inizio. Ma per quanto riguarda il cibo, io sono cresciuta in una famiglia dove tutti i miei nonni erano contadini, quindi finché trovo verdura fresca e farina mi sento a posto.
E prodotti che invece sono diventati un nuovo ‘feticcio’ alimentare?
Beh, non saprei… per me sicuramente è la pizza! Insomma, prima magari la mangiavo ogni una o due settimane… Invece durante il lockdown mi sono messa ad impastare come un fornaio, e questo denota il fatto che alla fine noi italiani abbiamo più o meno le stesse fisse in ogni parte del mondo!
Hai cucinato di più o di meno, e cosa?
Si, ho cucinato molto di più! Avendo la possibilità di poter stare a casa un po’ più del solito mi sono data alla pazza gioia. Io amo cucinare, lo faccio di continuo, sia che mi senta molto felice o molto triste. Come ho detto prima, ho impastato di tutto, dal dolce al salato. Il forno è stato quasi sempre acceso.
Hai comprato cose diverse dal solito?
Essendo appassionata dell’home-made, ho comprato più o meno le stesse cose, ma sicuramente ho comprato più materie prime… Molta più frutta e verdure fresca e farina.
Com’è il delivery e il take away lì?
A Malta tutti i locali che avevano la possibilità di fare delivery e take away sono rimasti aperti. Altri, invece hanno iniziato appositamente. Soprattutto molti negozi di alimentari e rivenditori di beni di prima necessità, incluse le farmacie, hanno iniziato il servizio di delivery.
Quali prodotti italiani assolutamente non si trovano e quali invece sono normali?
Malta è sempre stata molto vicina all’Italia, non solo geograficamente. La loro storia e cultura è molto influenzata dall’Italia. Nei tempi moderni, questa influenza è continuata grazie al fatto che fino a poco tempo fa, Malta aveva pochi canali locali e quindi tutti seguivano la televisione italiana. Per questo motivo, I supermercati sono pieni di prodotti italiani. Forse da siciliana, il mio prodotto introvabile a Malta è la ricotta fresca di pecora. Per il resto, anche bar e ristoranti, servono molti prodotti italiani.
C’è una ricetta o un prodotto che hai scoperto a Malta ed è diventato parte della tua alimentazione?
Oh certo che si! Gli apple pie che si trovano in tutte le pastizzerie a Malta. Sono dei tortini ripieni mela e uvetta. Ho pure imparato a farli e anche questi sono stati protagonisti delle mie infornate durante il lockdown.