Hard BrexitForse non ci sarà un accordo commerciale tra Unione europea e Regno Unito, dice Barnier

Il sesto round di colloqui tra Londra e Bruxelles non ha prodotto i risultati sperati. Tra le parti c’è ancora una distanza considerevole: «Ci rimangono solo poche settimane e non dovremmo sprecarle»

Chi si aspettava segnali positivi dal sesto round di negoziati tra l’Unione europea e il Regno Unito è rimasto deluso. Gli accordi per definire i rapporti post-Brexit sembrano ancora un enigma di difficile soluzione.

Il negoziatore capo europeo Michel Barnier ha parlato alla stampa subito dopo l’incontro. Dopo i saluti e i ringraziamenti di rito – che di questi tempi non seguono un modello standard e hanno sempre con un riferimento all’emergenza sanitaria ed economica – ha parlato del «dovere di agire responsabilmente e di lavorare per un accordo che limiti le conseguenze negative della Brexit».

La buona notizia è che dei progressi ci sono, dice Barnier: «Abbiamo discusso per ridurre le nostre divergenze sul coordinamento della sicurezza sociale, sulla cooperazione di polizia e giudiziaria, anche se permangono alcune divergenze».

Ma purtroppo la posizione del Regno Unito, spiega Barnier, al momento è ancora inconciliabile con quella dell’Unione su diversi punti. Le tre linee rosse tracciate da Boris Johnson lo scorso mese di giugno – nessuna influenza della Corte di giustizia europea nel Regno Unito; il diritto di determinare le future leggi del Regno Unito senza vincoli; un accordo sulla pesca che cambi lo status quo – non coincidono con le intenzioni di Bruxelles.

«Nelle ultime settimane, il Regno Unito non ha mostrato lo stesso livello di impegno e prontezza nel trovare soluzioni che rispettino i principi e gli interessi fondamentali dell’Unione europea. Inoltre, su due argomenti importanti, i trasporti e l’energia, abbiamo avuto discussioni intense e utili. Tuttavia, il Regno Unito continua a chiedere vantaggi simili a quelli garantiti dal mercato unico».

Una posizione forse ancora più netta quella del suo omologo David Frost, negoziatore del Regno Unito. «È ormai chiaro che un’intesa preliminare per qualunque accordo non sarà raggiunto entro fine luglio», ha detto dopo i colloqui.

Sarebbero due punti i punti su cui, secondo Barnier, la distanza è ancora molta rispetto alle richieste di Londra. «Sulle condizioni dei rapporti commerciali e sulla pesca il Regno Unito non ha mostrato la volontà di sbloccare la situazione». Il negoziatore dell’Unione poi ricorda che «noi abbiamo detto la stessa cosa dall’inizio dei negoziati, non solo quest’anno, ma costantemente negli ultimi tre anni».

Sui rapporti commerciali la chiave del discorso sta nell’autonomia normativa richiesta dal Regno Unito: «Lo comprendiamo – dice Barnier – ma dobbiamo sapere se vorrà usare questa nuova autonomia normativa per distorcere la concorrenza con noi. Dobbiamo rispondere a questa domanda mentre ci impegniamo in un nuovo partenariato economico».

L’autonomia normativa di Londra riguarderebbe settori importanti come l’ambiente, il lavoro o il diritto sociale. Le condizioni di Barnier sono chiare: «Vogliamo commerciare con il Regno Unito senza tariffe, senza altre quote, ma anche senza una competizione sleale».

Sulla pesca, invece, «il Regno Unito chiede di fatto un esclusione quasi totale dei pescherecci dell’Unione dalle sue acque. Questo è semplicemente inaccettabile. Il Regno Unito sarà uno stato costiero indipendente. Riconosciamo anche che, in base al futuro accordo, potrebbero esserci cambiamenti a beneficio dei pescatori del Regno Unito, ma le riserve comuni devono essere gestite congiuntamente, conformemente al diritto internazionale e al principio della gestione responsabile e sostenibile delle risorse».

A questo punto, si legge tra le righe delle parole del negoziatore, le condizioni poste da Londra rendono improbabile un accordo a questo punto.

A partire dal prossimo gennaio, quindi tra poco più di cinque mesi, il Regno Unito sarà fuori dal mercato unico e dall’unione doganale. Il prossimo round di negoziati è previsto per metà agosto. Ma a questo punto un no deal è sempre più probabile.

Come ha spiegato Barnier, che ha voluto chiudere il discorso con una speranza, «fino all’ultimo giorno disponibile l’Unione rimarrà impegnata, costruttiva e rispettosa. Dobbiamo raggiungere un accordo al più tardi entro ottobre, in modo che il nostro nuovo trattato possa entrare in vigore a gennaio del prossimo anno. Ciò significa che ci rimangono solo poche settimane e che non dovremmo sprecarle».

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