Viene dunque da chiedersi: dove sono i “socialisti europei” di oggi?
Sono al governo in Danimarca, Svezia, Finlandia. E di “socialista” non hanno quasi più nulla.
In prima fila, in quanto “frugali”, si comportano, rispetto ai Paesi mediterranei in difficoltà, all’incirca come l’ottusa leadership olandese o addirittura come il gruppo di Visegrád. L’attuale premier socialista danese vinse le elezioni politiche, l’anno passato, cavalcando salvinianamente la questione “migranti” (che, come si sa, sono ben po chi in Danimarca a paragone dell’affluenza in Italia o in Germania).
Era già un segnale della mutazione genetica: far propri gli argomenti tipo «ci tolgono il lavoro, ecc.» significava aver staccato gli ormeggi per inoltrarsi nel grande mare del nazionalismo elettoralmente redditizio.
Il secondo tempo di tale nazionalismo è, da qualche mese, il rifiuto prima degli “eurobond” poi dello stanziamento (ancora nebuloso) prospettato dalla Presidenza della Commissione europea.
Della Svezia duole ricordare come, in tempi non poi così remoti, persino l’eugenetica abbia fatto capo lino tra le pratiche di quel “socialismo” nordico alquanto sui generis.
Evidentemente dev’essere per quel partito (anch’esso attualmente al potere) una costante, se si considera che il premier socialista di quel Paese ha teorizzato in modo netto, allo scoppio dell’epidemia anche in Svezia, la scelta dell’«immunità di gregge» dando per inevitabile la perdita dei soggetti più fragili (malati, anziani, ecc.).
Un modo di pensare e di agire che fu subito adottato da Boris Johnson (colpito egli stesso dal contagio, ha poi fatto marcia indietro) e soprattutto dal Presidente USA, il quale ha portato «America First» a un altro primato: oltre centomila morti in pochissimi giorni e diffusione incontrollata del contagio. Ma tutto ciò è coerente con la mentalità fascistica di codesto Presidente.
È la scelta malthusiana del socialismo svedese che sconcerta. E fa riflettere sull’esaurimento ormai del ciclo storico della socialdemocrazia in Europa.
da “Europa, gigante incatenato”, di Luciano Canfora, Edizioni Dedalo, 2020, 11,50 euro