E alla fine del terzo giorno (e della notte) l’accordo dei 27 Paesi dell’Unione Europea non arriva. Le trattative a Bruxelles sul Next Generation Eu da 750 miliardi di euro e il bilancio dell’Unione europea per il 2021-2027 sono andate avanti a oltranza per tutta la notte, tra pause, riunioni separate e assemblee plenarie. L’ultima, alle sei, è durata pochi minuti: il tempo di decidere di rivedersi nel pomeriggio, alle 16.
Nelle ore precedenti il gruppo dei cosiddetti “frugali” (Austria, Danimarca, Svezia e soprattutto Paesi Bassi) aveva avanzato una proposta, sostenuta anche dalla Finlandia, di diminuire di 150 miliardi la quota di sussidi prevista dal piano della Commissione e di arrivare a 350 miliardi di euro.
Un passo in avanti impensabile rispetto alla posizione presa all’inizio del negoziato, cioè non approvare neanche un sussidio, ma comunque molto più bassa rispetto ai 500 miliardi iniziali proposti dalla Commissione.
Secondo alcune fonti diplomatiche, la sforbiciata sarebbe apparsa irricevibile ai Paesi “mediterranei”, soprattutto Italia e Francia perché «significherebbe tagli a transizione verde, digitale e investimenti». Il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, in serata, aveva dichiarato che non trovare un accordo avrebbe portato «alla distruzione del mercato unico europeo».
La posizione dei “mediterranei” è netta: non vuole scendere sotto i 400 miliardi di sussidi. Sul punto Emmanuel Macron è stato molto deciso (secondo la cronaca il presidente francese, nel corso delle trattative notturne, avrebbe colpito il tavolo con un pugno, e rimproverato i leader dei “frugali” per il loro atteggiamento poco collaborativo, che gli avrebbe ricordato quello di David Cameron. «E sappiamo come andò»).
Nel corso delle ore le trattative si è proposto di incontrarsi a quota 375 – cui se ne sommerebbero altrettanti in prestito, per arrivare ai 750 indicati dalla Commissione – tema su cui si è discusso durante la plenaria, ripresa intorno alle sei del mattino dopo una serie di pause.
Come fa notare il Financial Times, il gap tra le posizioni in campo non supererebbe i 50 miliardi di euro. Non una cifra insormontabile, sembra dire.
Ma va ricordato che, insieme al pacchetto di aiuti destinato a combattere la crisi economica da coronavirus, si discute sul budget europeo da 1,82 trilione di euro, compresa una nuova ripartizione dei “rebate”, cioè gli “sconti” permessi ai contributi che ogni Paese versa all’Unione Europea (ne hanno goduto in larga parte Austria, Paesi Bassi, Svezia e Germania. Mai Francia e Italia). Uscito il Regno Unito, va ridistribuito il peso dei suoi 78 miliardi versati nel corso dei 7 anni precedenti.