Il problema dello smaltimento dei rifiuti, nella densamente popolata Hong Kong, è ingente e pressante: dei 6,4 milioni di tonnellate prodotti ogni anno la città è in grado di raccogliere e trattare solo una minima parte. Il 90% dei rifiuti viene esportato verso la terraferma.
Sono anni, decenni, che il governo sta cercando possibili soluzioni e i produttori stanno adottando misure per ridurre gli sprechi. Nel 2018 il blocco imposto dalla Cina dell’importazione di molti tipi di rifiuti non trattati ha dato il colpo di grazia a un sistema già precario. Ogni giorno cinque milioni di bottiglie di plastica vengono gettate nelle discariche di Hong Kong, insieme a un numero imbarazzante di contenitori di plastica e posate, bicchieri di caffè, gadget e contenitori di frutta e alimenti.
E se fino al 2019 la situazione era già al limite dell’insostenibile, il 2020 sta dando la botta finale a un sistema malato: le restrizioni del coronavirus sui pasti ha causato un aumento esponenziale dei contenitori da asporto, e le discariche sono ormai al collasso.
Il problema sono innanzitutto i delivery, che darebbero origine per ogni ordine a cinque confezioni di scarto. Ma la colpa è anche gli alimenti più comuni, comprati ormai nei supermercati solo se confezionati. Le persone non si fidano e preferiscono acquistare ingredienti che nessun altro ha toccato. Poi c’è Amazon, e in generale le consegne a domicilio di prodotti vari, sempre molto ben impacchettati.
Ma è il cibo da asporto il principale imputato, viste le forti restrizioni imposte nell’hub finanziario asiatico governato dalla Cina: dopo le 18 non si può mangiare fuori e durante la giornata i ristoranti funzionano solo a metà capienza, e possono ospitare al massimo due persone per tavolo. Ovvio che la pratica dei pasti portati a casa sia cresciuta in maniera esponenziale: il cibo da asporto, spesso, è l’unica opzione per molte persone che non possono cucinare a casa, vivendo in una città affollata in appartamenti con cucine minuscole o inesistenti.
Per alcuni, come il gruppo ambientalista Greeners Action, i residenti consumano 101 milioni di articoli in plastica usa e getta da asporto ogni settimana, più del doppio del passato.
Secondo l’agenzia Reuters, per far fronte a questa crisi, il governo ha deciso di smantellare dei cimiteri cittadini per ampliare l’area delle discariche e permettere alla città di reggere questo carico impressionante di rifiuti.
Qualcuno ci sta provando, come Bobsy Gaia, fondatore del Mana, un caffè sostenibile che ha solo imballaggi compostabili dall’anno scorso, ma questa sensibilità tarda a raggiungere i grandi gruppi.
E allora, meglio buttare immondizia nei cimiteri, piuttosto che rinunciare all’uso indiscriminato della propria quantità di plastica quotidiana.