Il 21 luglio 2020 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, su proposta del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ha conferito l’onorificenza ai due politici russi, non è chiaro per quali meriti.
Si tratta di Mikhail Vladimirovich Mishustin, dal 16 gennaio 2020 primo ministro della Federazione Russa, e Denis Valentinovich Manturov, ministro del Commercio e dell’industria della Federazione Russa dal 2012.
Le motivazioni al momento non si conoscono, ma potrebbero invece raccontare di due tecnocratici di Mosca da tempo amici dell’Italia su diversi dossier economici di nostro interesse nazionale. La proposta di onorificenza Mishustin, per esempio, è nata quando questi era capo dell’agenzia delle dogane. Quella di Manturov, invece, quando era presidente del Consiglio di cooperazione Italo-russo.
Resta però l’imbarazzo per un’onorificenza a due esponenti di un regime autoritario, uno dei quali nel frattempo diventato primo ministro della Federazione Russa, in questi giorni accusato di aver avvelenato l’unico oppositore interno.
Della stessa onorificenza è stato insignito anche il cardinale Gianfranco Ravasi.
La scelta è stata duramente criticata dai Radicali Italiani: «Le motivazioni alla base dell’onorificenza attribuita a mons. Ravasi sono chiare ed incontestabili. Non riusciamo, invece, a comprendere le motivazioni che hanno indotto il ministro Di Maio a proporre l’attribuzione della massima onorificenza della Repubblica Italiana ai due politici russi, rappresentanti di uno Stato sottoposto a sanzioni internazionali per l’occupazione militare e illegale della Crimea. Se il governo intende premiare la delegazione russa arrivata in Italia con la famigerata operazione “Dalla Russia con amore” si tratta in realtà di un ulteriore aspetto oscuro che si aggiunge alla totale mancanza di trasparenza di quella che doveva in teoria essere un’assistenza sanitaria durante l’emergenza Covid e che si è configurata come un’opaca operazione militare», scrivono in una nota Igor Boni (presidente Radicali Italiani) e Giulio Manfredi (Associazione radicale Adelaide Aglietta).