L’Unesco, la Commissione europea, Twitter e il Congresso ebraico mondiale hanno varato un nuovo piano di misure per contrastare le teorie del complotto Covid-19 attraverso il pensiero critico e l’empatia. Le risorse messe a disposizione hanno l’obiettivo di far riconoscere le teorie del complotto, capire cosa le spinge, confutarle con i fatti e rispondere efficacemente a chi le diffonde.
La pandemia ha infatti scatenato una crisi parallela di pericolosa disinformazione sotto forma di teorie del complotto: comprese spiegazioni inverosimili sulle origini del virus, su come può essere curato e su chi è la causa della sua diffusione. «Tali teorie sono una minaccia per la scienza, per gli individui e le comunità», si legge nel paper.
«Ci sono sempre state teorie del complotto, ma la pandemia in atto – continua il testo – si è rivelata un terreno particolarmente fertile per la loro diffusione. Fanno parte di una più ampia tendenza all’incremento dell’incitamento all’odio e all’aumento degli attacchi razzisti, xenofobi e antisemiti, che prendono di mira anche le comunità LGBTQ».
Anche il direttore generale dell’Unesco Audrey Azoulay ha sottolineato i pericoli di una disinformazione di questo tipo. «Le teorie del complotto causano danni reali alle persone, alla loro salute e anche alla loro sicurezza fisica. Amplificano e legittimano le idee sbagliate sulla pandemia e rafforzano gli stereotipi che possono alimentare la violenza e le ideologie estremiste violente», ha detto Azoulay.
Tra le strategie scelte per questa campagna ci sono delle infografiche disponibili in arabo, cinese, inglese, francese, russo e spagnolo, che saranno ampiamente diffusi sui social media attraverso l’hashtag #ThinkBeforeSharing e che avranno il compito di informare i cittadini sui rischi dei una narrazione distorta del virus.
Queste misure di “apprendimento visivo” dell’Unesco si basano sui consigli del professor Michael Butter, autore della Guide to Conspiracy Theories, nonché di Stephan Lewandowsky e John Cook, autori del Conspiracy Theory Handbook . «Ci sono ormai molte prove che dimostrano che le persone a cui è stato insegnato cosa sono le teorie del complotto e come funzionano sono molto meno ricettive nei loro confronti. È facile: l’istruzione è fondamentale» spiega Butter.
Dello stesso parere anche Věra Jourová, Vice Presidente della Commissione Europea per i Valori e la Trasparenza, che ha affermato: «La disinformazione e le teorie del complotto danneggiano la salute delle nostre democrazie – questo è stato chiarito molto chiaramente nel contesto di una pandemia globale. I cittadini devono essere dotati di strumenti utili per riconoscerla e sfatarla. Per supportare i cittadini, le istituzioni pubbliche devono lavorare insieme e con piattaforme digitali, professionisti dei media, verificatori di fatti e ricercatori, come stanno facendo la Commissione europea e l’Unesco».