Stelle cadentiDi Maio dice che il M5S deve pesare di più nel governo

Il ministro degli Esteri potrebbe tornare a fare il capodelegazione: «Dobbiamo migliorare il lavoro di squadra, possiamo fare molto di più», spiega. E di fronte alle critiche di Casaleggio e Di Battista dopo gli Stati Generali, risponde che «siamo in democrazia e decide la maggioranza»

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

Gli Stati Generali del Movimento Cinque Stelle, dice il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un’intervista a Repubblica, sono serviti a decidere su due punti: le alleanze, che si fanno in base ai programmi «come gli iscritti avevano deciso già ad agosto»; e il rapporto con Rousseau, «che va modificato a partire dalla gestione dei fondi e dalla certificazione delle liste». Quanto all’azione di governo, però, Di Maio ribadisce: «Il Movimento deve farsi valere di più».

C’è un prima e un dopo nel Movimento, spiega Di Maio. Ma cosa è cambiato? «Il fatto che il Movimento si candidi a essere una forza politica strutturale del panorama italiano», risponde. «Ricorda le parole di Beppe Grillo? Era nato per scomparire, per dissolversi. Oggi prendiamo atto della necessità di un’organizzazione che lo tenga in vita. Il M5S servirà a governare e a rappresentare nelle istituzioni questo Paese ancora a lungo». Altro cambiamento: le alleanze. «Che il Movimento possa fare alleanze programmatiche non lo dico io, che pure mi sono esposto per questo, lo hanno detto gli iscritti col loro voto il 17 agosto», risponde Di Maio.

Gli Stati generali, però, si sono chiusi senza che ancora si sappia come sarà composta e scelta la nuova guida dei Cinque Stelle. «Entro massimo un mese sarà definito ogni dettaglio», assicura Di Maio. L’ipotesi è quella della costituzione di due organismi: «Potrebbe esserci un organo esecutivo collegiale e uno di indirizzo, un po’ più largo, con dentro rappresentanti del territorio».

E sulla sua eventuale candidatura alla guida del Movimento, il ministro risponde: «A tempo debito farò le mie valutazioni. Ora è prematuro». Ma intanto si ipotizza che il ministro degli Esteri potrebbe tornare a fare il capodelegazione al governo. «Un capo delegazione già c’è, quel che chiedo è che il Movimento faccia pesare di più il suo ruolo», dice. «Non è una critica a Bonafede, che ha tutta la mia fiducia, ma dobbiamo migliorare il lavoro di squadra, possiamo fare molto di più».

Quanto al rapporto con l’associazione Rousseau, dice: «Da questa due giorni è venuta fuori chiara l’esigenza di spostare alcuni servizi di Rousseau direttamente alle dipendenze del Movimento. Tra questi, quelli che ne garantiscono l’autonomia economica e quelli che riguardano la certificazione delle liste elettorali. È opportuno trovare una soluzione che soddisfi entrambe le parti e che, soprattutto, rafforzi il M5S. O si capisce che l’obiettivo è uno e si rema tutti nella stessa direzione, oppure la vedo dura. Il contratto di servizio è un’ipotesi».

E su Davide Casaleggio non proprio contento della scelta, risponde: «Io ho visto tutti i partecipanti molto soddisfatti. Questo è importante. Poi se a qualcuno non è piaciuto va bene, è legittimo. Ma siamo in democrazia e decide la maggioranza». Mentre su Di Battista, che ha parlato di un vertice genuflesso davanti ai padroni: «Credo, e mi auguro, che non si riferisse al Movimento. Alessandro ha molte energie in questo periodo. È un bene. Di mio ho sempre diffidato da chi crede di essere il titolare della verità assoluta. E se non ricordo male, anche lui la pensava così». Ognuno di noi, dice, «è artefice del proprio destino. E Alessandro può dare tanto, spetta solo a lui».

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