«Dobbiamo portare avanti le nostre manifestazioni nel modo in cui oggi è possibile e sicuro per tutti, rispettando ogni regola e misura di sicurezza». A dirlo è l’attivista Greta Thunberg, 17 anni, in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica.
Domani uscirà il documentario “I am Greta, Una forza della natura”, girato dal regista Nathan Grossman, che ha seguito da insider l’attivista svedese per un anno esatto: dal primo sciopero solitario davanti al Parlamento di Stoccolma fino al summit alle Nazioni Unite sul clima a New York.
«Non mi piace la narrazione che vuole contrapporre l’emergenza del coronavirus e la crisi ambientale. Oggi è importante concentrare tutte le nostre forze sulla pandemia, è una priorità assoluta» puntualizza la giovane sin dalle prime battute.
Anche se un’alternativa per continuare a far sentire la propria voce comunque esiste: «Le marce devono essere distanziate e soprattutto dobbiamo usare gli strumenti online. Ci sono iniziative locali creative, scioperi digitali settimanali di successo. Altri hanno fatto azioni simboliche, cartelli e scarpe fuori dai palazzi delle istituzioni. Per dire “vorremmo essere lì”» spiega Greta.
Che tuttavia sottolinea una gerarchia delle priorità che questo momento storico richiede. Anche alla domanda: Pensa che sia importante privilegiare misure a basso impatto ambientale, maschere riciclabili o riusabili? «Non penso che dobbiamo guardare alla pandemia da coronavirus in questo senso, dobbiamo concentrarci su quella che è una tragedia – risponde la giovane al quotidiano romano. In un momento come questo è logico che altre questioni vengano messe in secondo piano. Non bisogna mettere a confronto la crisi pandemica e quella ambientalista, ma la risposta messa in atto dai governi contro il virus dimostra che siamo in grado di affrontare una crisi e che dobbiamo ascoltare la scienza. Se in futuro impareremo a trattare la crisi ambientale come una crisi, forse riusciremo davvero a cambiare le cose e anche a sensibilizzare di più le persone. E non si tratta solo del clima, ma anche dell’acidificazione degli oceani, della perdita di biodiversità, la diminuzione del suolo fertile. Se un virus può distruggere completamente le economie, significa anche che dobbiamo ripensare le cose e iniziare a vivere in modo sostenibile».
Greta riflette poi su quanto fatto fin qui, le battaglie, le vittorie e gli errori commessi. «Ho ripensato alle gioie e ai dolori equamente distribuiti nel periodo che ho vissuto, gli alti e i bassi – dice l’attivista a Repubblica. È stato bellissimo viaggiare e vedere come il movimento sia stato in grado di svilupparsi a un livello così alto, coinvolgere così tante persone. Questa è stata la cosa più importante; non è solo il mio percorso, ma quello di un movimento».
Un percorso, quello personale, degno di nota: «Penso di essermi comportata bene» anche se è stato «faticoso ma anche molto piacevole». Che ha portato la beniamina dei giovani a scoprire lati nuovi del suo carattere: «Sono una persona fortemente sensibile, ma anche molto salda. E sono una nerd, ma questo lo sapevo».
Per quanto riguarda i prossimi progetti, invece, Greta assicura che il movimento sta «continuando a portare avanti la causa in ogni modo possibile». Anche se «navighiamo giorno per giorno, nella situazione attuale è difficile pianificare un progetto, anche perché non so quando sarà possibile tornare a viaggiare». Greta si lascia poi andare a una promessa: «Sono convinta che le sorti del pianeta siano ancora nelle nostre mani e che insieme possiamo farcela».