La legge di bilancio 2021 da 38 miliardi arriva oggi in consiglio dei ministri per il varo definitivo, dopo l’approvazione “salvo intese” del 18 ottobre. La bozza del testo di oltre 200 pagine passa da 243 a 248 articoli, anche se una cinquantina di capitoli sono ancora da riempire. Ma l’impianto del provvedimento, dopo la riunione di ieri tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e i capidelegazione di maggioranza, sembra ormai deciso. Il testo deve cominciare il suo iter parlamentare al più presto, per far sì che le Camere lo traducano in legge entro il 31 dicembre 2020.
Nel pomeriggio era previsto un incontro con Cgil, Cisl e Uil sul testo, ma l’incontro – dopo l’approvazione nel cdm delle 12 – sembra ormai aver virato sul post manovra. Anche se 800 milioni sono a disposizione della Camera per gli emendamenti.
Rispetto alla prima versione, il testo è lievitato. E in settimana è previsto un ulteriore consiglio dei ministri per chiedere al Parlamento un altro scostamento di bilancio da 15-20 miliardi destinati a un decreto ristori ter, che si va ad aggiungere ai 100 miliardi di debito dei precedenti decreti d’emergenza varati da marzo in poi. L’obiettivo della terza versione dei ristori è quello di raggiungere le attività che non sono state costrette a chiudere, ma hanno subito un notevole calo di fatturato. A partire dai professionisti.
La manovra si presenta come un testo a cavallo tra gli interventi legati all’emergenza Covid e quelli che mettono le basi per far partire dal 2021 il piano Next Generation Eu.
Tra le novità, c’è un pacchetto per la sanità da quasi 2 miliardi e mezzo, visto che sulla linea di credito del Mes non c’è accordo politico: 400 milioni di euro sono destinati a vaccini e farmaci anti-Covid, 537,6 milioni per assumere medici specializzandi, 335 milioni per gli infermieri, 70 milioni per i tamponi veloci da affidare ai medici di famiglia.
Quanto al pacchetto lavoro, si prevedono sgravi al 100% per le assunzioni di giovani under 35 e donne e trasferimenti per 500 milioni destinati alle politiche attive. Cinque miliardi vanno a rifinanziare la cig Covid. E c’è anche “Trasformazione 4.0”, ovvero il credito d’imposta per le imprese che investono in beni innovativi. Confermato lo stop ai licenziamenti fino al 31 marzo e anche la deroga alle causali sui contratti a termine viene prorogata fino a marzo (ma il Pd punta ad arrivare fino a fine 2021).
Per la famiglia, sono confermati i 3 miliardi di euro per l’assegno unico per i figli (da luglio 2021) e tutti i bonus, da quello per la mobilità (100 milioni di euro) ai bonus del verde, dei mobili e per le facciate. Ancora ferma la discussione invece per il rinnovo del super ecobonus 100%.
Previsti rimborsi per chi fa acquisti con le carte di credito (cashback), ma esentasse. Il fondo per le aree di crisi industriale cresce d1 150 milioni nel 2021, 110 nel 2022 e poi di 20 milioni l’anno tra il 2023 e il 2026.
Tra le novità, spuntano poi misure extra come 378 assunzioni per l’Enac e 10 milioni per la trasformazione da srl in spa dell’Istituto Luce Cinecittà. Alla Rai va il 5% del canone, dal 2015 tolto alla tv di Stato, che torna ora nelle casse dell’azienda. Salta invece l’accisa del 25% sulle sigarette elettroniche, attesa dal 1 gennaio.