Per scongiurare una nuova impennata dell’epidemia di Covid-19 in Italia, e una ripresa della velocità di circolazione del coronavirus a gennaio, nel Dpcm del 4 dicembre (che potrebbe restare in vigore sino all’Epifania) ci saranno ulteriori restrizioni. Niente vacanze di Natale. Piste da sci chiuse. Niente veglioni, tavolate, tombolate.
«Non possiamo permettere che la fine dell’anno diventi come Ferragosto» spiega un ministro del governo Conte a Repubblica. Dovrebbe rimanere anche il coprifuoco (anche se il 24 dicembre potrebbe essere posticipato a dopo la mezzanotte, per consentire di festeggiare in famiglia con poche persone care e di andare in chiesa per la messa di Natale) e formulato un asse con Francia e Germania per limitare le vacanze sulla neve.
In vista delle festività si stanno valutando deroghe per consentire ai congiunti che vivono in luoghi diversi di poter stare insieme. Mentre viene esclusa la possibilità che durante le festività natalizie si possa andare in montagna o avere una libertà di movimento verso le località di vacanza.
Palazzo Chigi ha reso noto che «si sta lavorando a una iniziativa europea, per prevenire le consuete “vacanze sulla neve”, che attirando appassionati degli sport sciistici e dei soggiorni in montagna, farebbero il paio con le vacanze spensierate, con serate in discoteca, della scorsa estate».
L’idea è di consentire l’apertura alla fine di gennaio, se i numeri continueranno a essere sotto controllo, con l’arrivo del vaccino. Secondo il Corriere, invece, si studia la possibilità di prorogare l’ora del coprifuoco alle 23 nel periodo prenatalizio, in modo da favorire le uscite se le attività commerciali saranno davvero aperte fino alle 21 o alle 22. In discussione rimane l’ora del divieto di uscire dalla propria abitazione la sera del 31 dicembre, escludendo comunque che possano esserci feste e banchetti per celebrare l’arrivo del nuovo anno.
A meno di ripensamenti della vigilia, continua il quotidiano milanese, bar e ristoranti rimarranno chiusi dopo le 18. Il governo ha deciso di confermare le restrizioni anche nelle zone gialle per limitare «le occasioni di “socialità allargata”, che di solito si accompagnano alle festività natalizie, con tombolate, festeggiamenti, veglioni».
Ci sono poi le scuole. Fino al 7 gennaio è stata esclusa la riapertura delle scuole superiori in presenza, ma la questione divide il governo e gli scienziati. Si sta valutando di far tornare gli studenti in classe subito dopo le festività natalizie.
«Non è il momento di allentare la stretta» spiegano da Palazzo Chigi. La convinzione arriva da una serie di fattori: «Il sistema di misure restrittive che il governo ha voluto introdurre nello scetticismo generale – ragionano dal governo – inizia a dare i suoi frutti».
La strategia adottata non vuole creare lo stesso shock economico del lockdown di marzo. Per questo il governo sta pensando una road map: tutte le regioni diventerebbero gialle con una serie di misure più restrittive. E la possibilità di inasprire le misure provincia per provincia. «Il governo è pienamente consapevole che affrontare le festività natalizie senza alcune cautele aggiuntive sarebbe da irresponsabili – dicono da Chigi. Le occasioni di socialità e i momenti di convivialità sono particolarmente intensi durante il periodo natalizio e sino alla Befana: se una Regione fosse lasciata ad affrontare questo periodo con il regime di misure proprio di una zona gialla o arancione, il contagio farebbe un balzo in avanti con il rischio che la curva a gennaio vada nuovamente fuori controllo».