Il numero dei morti resta ancora molto alto, hanno ripetuto i ministri negli incontri con i governatori regionali. Dopo i numerosi vertici, alla fine il governo si è convinto che la linea da seguire sia ancora quella della stretta, anche in occasione delle festività di Natale. Lo dirà oggi il ministro della Salute Roberto Speranza in Parlamento. E anche se l’ufficialità arriverà solo domani, quando il presidente del Consiglio firmerà il dpcm che entrerà in vigore da venerdì 4, le principali misure sembrano essere ormai confermate.
Il primo pilastro è il coprifuoco alle 22, anche a Natale e Capodanno, senza deroghe. Si sta ancora discutendo con la Conferenza episcopale italiana, ma l’orientamento è quello di spostare la messa dalle 24 alle 20.
Il secondo punto è il divieto di spostamento tra le regioni: ci sarà lo stop alla mobilità anche tra le aree gialle, da prima di Natale (il 20 o il 21) a dopo la Befana. La decisioni sulle date sarà presa oggi dopo il confronto con Regioni e Parlamento.
Ma sulle deroghe e le eccezioni ai divieti ancora il governo è diviso. Il capitolo spostamenti è tra quelli che hanno creato maggiori tensioni nella riunione serale con i capi delegazione. Palazzo Chigi ha deciso di scrivere un decreto ad hoc, che andrà in Gazzetta Ufficiale insieme al dpcm e servirà a «coprire» dal punto di vista costituzionale la limitazione delle libertà personali, a cominciare dalla circolazione.
Sul numero di ospiti che si possono invitare a casa, salvo novità, la raccomandazione resta quella di non ospitare persone non conviventi.
La ministra dell’agricoltura Teresa Bellanova si è battuta per tenere aperti i ristoranti a pranzo il 25 e il 26 dicembre. E anche sul destino degli hotel di montagna è andato avanti per molte ore il confronto. Per i ristoranti rimane la chiusura obbligatoria alle 18 e dopo quest’orario saranno consentite soltanto la vendita d’asporto – con divieto di consumare cibo e bevande nelle vicinanze del locale – e la consegna a domicilio. Dopo lunga discussione, comunque, dovrebbero restare aperti i ristoranti il giorno di Natale, Santo Stefano e forse anche a Capodanno. Una soluzione che, secondo gli esperti del Cts, «eviterebbe i pranzi con un numero alto di commensali all’interno delle case favorendo invece gli incontri in luoghi che hanno regole ferree».
Per scoraggiare i soggiorni oltre confine, soprattutto in quei Paesi che hanno deciso di consentire lo sci, tra cui Svizzera e Slovenia, è stato stabilito che chi ritorna dall’estero dopo il 20 dicembre dovrà effettuare la quarantena. A chi invece torna prima di quella data sarà sufficiente sottoporsi al tampone.
I negozi chiuderanno alle 21 e i centri commerciali potranno rimanere aperti il fine settimana e nei giorni festivi prima del 20 dicembre. Dovranno restare chiusi invece durante le festività.