Nel 2019 sono stati presentati come la soluzione a tutti i mali del mondo del lavoro italiano. A loro era stato affidato il compito di trovare un impiego per i percettori del reddito di cittadinanza. Con la promessa del posto fisso, dopo due anni di cococo. Ma nella legge di bilancio per prorogare i contratti dei 2.700 navigator assunti all’epoca del governo gialloverde, e fortemente voluti dall’allora ministro del Lavoro Luigi Di Maio, non ci sono i soldi. Ecco allora che i Cinque Stelle corrono in soccorso.
Il deputato grillino Claudio Cominardi, sottosegretario al Lavoro nel governo Conte 1, tra i principali promotori del reddito di cittadinanza e della presidenza di Mimmo Parisi – padre dei navigator – all’Anpal, ha proposto ben due emendamenti al disegno di legge di bilancio per prolungare il contratto dei 2.700. In uno è prevista la proroga fino a dicembre 2021, in un altro fino a dicembre 2022. Utilizzando, si legge, le risorse del Fondo per il reddito di cittadinanza. Quello che il governo ha aumentato di 4 miliardi, vista l’impennata delle richieste del sussidio in concomitanza con la crisi.
Il contratto dei 2.700 navigator scade a fine aprile 2021. L’articolo 55 del disegno di legge di bilancio prevede uno stanziamento di 10 milioni di euro per Anpal servizi, l’Agenzia per le politiche attive guidata dal professore del Mississippi Parisi che li ha assunti nell’estate del 2019. Ma quei soldi servono per altre attività dell’agenzia, in teoria. E anche se fossero destinati ai navigator, sarebbero comunque sufficienti a prolungare il contratto fino a fine 2021 solo per uno su sei, circa 500 di loro.
Cominardi ha sempre sostenuto il lavoro dei navigator, celebrando puntualmente – al contrario di quanto fatto dalla stessa ministra del Lavoro Nunzia Catalfo – i dati sui presunti posti di lavoro trovati ai percettori del reddito di cittadinanza diffusi dall’Anpal di Parisi. Presunti perché su quei dati non c’è mai stata chiarezza e, per stessa ammissione del ministero del Lavoro, non si sa effettivamente quanto quei posti siano frutto delle politiche messe in campo dai navigator o di altri canali.
Gli ultimi dati diffusi da Anpal dicono che su poco più di 1,3 milioni di beneficiari del reddito attivabili al lavoro, 352mila hanno avuto un contratto. Di questi, 192mila sono ancora attivi. E in questo calcolo sono conteggiati tutti i tipi di contratto, anche quelli brevissimi di pochi giorni, mentre quelli stabili sono solo il 15,4%. Ma anche di fronte a numeri così piccoli, Anpal non dice (e forse non sa) quanti di questi posti sono stati trovati grazie ai navigator, che di fatto nei centri per l’impiego hanno in realtà solo un ruolo di supporto tecnico.
La ministra Catalfo, dopo un anno di tensioni sotterranee e lettere al veleno con Mimmo Parisi, di recente ha ribadito la sua «fiducia» nel professore, a fronte di un maggiore impegno davanti alla catastrofe occupazionale dovuta alla crisi. Proprio mentre lui, però, si trova in Mississippi e ci rimarrà fino a metà gennaio.
Intanto, i navigator hanno tirato su una sorta di sindacato, Anna, sigla che sta per Associazione nazionale navigator. Tra di loro, ci sono tanti laureati con conoscenze specifiche di diritto del lavoro. Ma che, nonostante uno stipendio di 1.700 euro mensile più bonus, in questi anni sono diventati l’emblema del fallimento delle politiche del lavoro grilline.
Tanto che ora lo stesso Movimento Cinque Stelle sarebbe al lavoro sulla riforma del reddito di cittadinanza, per sdoppiarlo in due differenti sussidi: uno dedicato ai poveri, e uno (più basso) a coloro che possono essere attivabili sul lavoro.
Mentre restano sulla porta i 654 precari storici di Anpal Servizi, la cui stabilizzazione è prevista per legge dal 2019 e che sono ancora in attesa delle decisioni della presidenza di Anpal. Contro gli emendamenti grillini, Pd e LeU ne hanno proposto altri due che permetterebbero di evitare le prove di selezione previste da Parisi appaltate alla Selexi (la stessa che ha gestito il concorsone dei navigator), procedendo invece a una selezione per soli titoli e colloqui. La guerra tra poveri è appena cominciata.