Il caos delle politiche attiveI precari di Anpal fanno causa a Parisi per condotta antisindacale

Le Clap, organizzazione maggiormente rappresentativa esclusa dal tavolo con Cgil, Cisl e Uil, hanno depositato il ricorso al Tribunale civile di Roma. Mentre il professore del Mississippi ha scelto il suo avvocato personale

L’Anpal, Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro, finisce in tribunale per condotta antisindacale. Succede anche questo nell’ente guidato dal professore del Mississippi Mimmo Parisi, il padre dei navigator scelto da Luigi Di Maio.

Dopo gli scarsi risultati sui posti di lavoro trovati ai percettori del reddito di cittadinanza e i rimborsi spese mai rendicontati, ora Parisi sembra avere qualche problema anche con i sindacati. A presentare il ricorso contro Anpal Servizi (società in house di Anpal) al Tribunale civile di Roma è stata l’organizzazione Clap, Camere del lavoro autonomo e precario, che da oltre due anni segue il processo di stabilizzazione, ancora bloccato, degli oltre 650 precari storici della società. Nonostante i 200 iscritti che l’hanno fatta diventare la prima sigla tra gli operatori di Anpal, l’azienda guidata da Parisi non ha mai concesso alle Clap di poter costituire la propria Rsa e partecipare al tavolo con Cgil, Cisl e Uil che ha portato all’accordo sulle stabilizzazioni del 13 febbraio scorso. E così si è arrivati all’azione legale, annunciata in una conferenza stampa alla Camera, a cui hanno partecipato anche i deputati di maggioranza Chiara Gribaudo, Stefano Fassina e Nicola Fratoianni.

«Da due anni e mezzo siamo un soggetto sindacale nell’azienda. Nonostante questo, fin qui ci è stato negato il diritto alla partecipazione sindacale», spiega Francesco Raparelli, coordinatore delle Clap.

Lo scorso maggio, le Clap hanno inviato ad Anpal Servizi la richiesta di costituzione della propria rappresentanza. Ma dai vertici della società hanno risposto che non vi erano le condizioni legali per procedere. «È assolutamente evidente la grave condotta antisindacale posta in essere da Anpal Servizi Spa», si legge nell’esposto depositato in tribunale.

Le Clap, spiega l’avvocato Alessandro Brunetti, «hanno negoziato per quasi tre anni la stabilizzazione dei precari e incontrato più volte la ministra del Lavoro, fino all’accordo sindacale del 13 febbraio del 2020 firmato con Cgil, Cisl e Uil, da cui però sono state tenute fuori. Ci troviamo di fronte alla violazione di diritti di rango costituzionale». Una violazione che, dice, «non è accettabile da parte di una società vigilata dal ministero del Lavoro che dovrebbe vigilare anche sul rispetto di questi diritti». La proposta avanzata, a questo punto, è quella di incontrare Catalfo e trovare «una soluzione bonaria alla vicenda, al fine di scongiurare una sentenza che accerti che un organo vigilato dal ministero del Lavoro non ha rispettato i più elementari principi di democrazia sindacale».

L’annosa questione dei precari di Anpal, rappresentati in larga parte dalle Clap, finisce così in tribunale. Mentre le stabilizzazioni, previste dalla legge 128 del 2019, un anno dopo sono ancora al palo. Parisi ha prorogato i contratti di collaborazione in scadenza fino a fine anno e annunciato una selezione affidata a una agenzia esterna, che lascerebbe comunque fuori dal perimetro un centinaio di lavoratori. Una soluzione che non convince né il cda di Anpal, né gli stessi lavoratori.

«Pensiamo che sia uno sperpero di denaro pubblico. Ognuno dei precari ha superato già in media tra le 5 e le 6 prove e c’è chi ha anche 20 anni di esperienza alle spalle», dice Cristian Sica, rappresentante delle Clap in Anpal. «Chiediamo l’attuazione immediata delle stabilizzazioni attraverso le procedure trasparenti e semplificate previste dal decreto rilancio».

E l’11 novembre, mentre Catalfo incontrerà le parti sociali per il tavolo sulla riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive, i precari per l’ennesima volta torneranno a scioperare davanti al ministero del Lavoro. «Chiederemo l’intervento della ministra: nonostante le sue dichiarazioni in cui si chiede un cambio di passo in Anpal, la paralisi continua a esserci. Ad oggi, ci sono 200 iscritti alle Clap, operatori delle politiche attive che lavorano nella ricollocazione dei disoccupati, e che in questo momento non vedono riconosciuti i propri diritti sindacali sul luogo di lavoro», spiegano.

Un paradosso, secondo i deputati Fassina, Gribaudo e Fratoianni, tra i firmatari a giugno di una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte in cui si chiedeva di prendere provvedimenti sulla situazione di stallo in Anpal. «Questa vicenda necessita di essere conclusa con la rimozione del presidente Parisi», ribadiscono. «Chiederemo un incontro con la ministra Catalfo».

Nel frattempo, bersagliato dentro e fuori l’agenzia, Parisi ha selezionato il suo avvocato. Dopo aver pubblicato un avviso sul sito di Anpal – poi rimosso – e aver individuato due candidati ammessi al colloquio di selezione, il nome scelto alla fine è stato quello di Marco Alteri, già nell’ufficio di presidenza della società Sport e Salute del Mef e dal 2018 scelto da Di Maio come consulente giuridico del Mise e del ministero del Lavoro, proprio con delega alla riorganizzazione di Anpal Servizi.

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