La nuova variante inglese del Covid fa paura. Ma piano con gli allarmi, dice in un’intervista alla Stampa Giorgio Palù, virologo dell’università di Padova e presidente dell’Agenzia italiana del farmaco. Tutta questa agitazione «non è giustificata dai dati scientifici: si tratta di sequenze genomiche, ma non c’è dietro alcuna biologia», spiega lo scienziato. «Non ci sono prove che questa mutazione renda il virus più letale o gli consenta di sfuggire ai vaccini».
Da Wuhan in poi, in realtà, sono già avvenute in realtà migliaia di mutazioni «che ci consentono di tracciare l’evoluzione del virus e classificare i diversi genotipi, che hanno un unico progenitore», continua. «Finora nessuna di queste mutazioni è stata correlata con un aumento della virulenza, cioè con una capacità del virus di fare più male, di uccidere di più».
Il fattore preoccupante di questa mutazione però è «il fatto che il virus sia mutato più volte sulla proteina S, che è quella su cui agiscono gli anticorpi prodotti dai vaccini. E lo ha fatto in zone che aumentano nettamente l’affinità di legame al recettore e favoriscono la fusione del virus alla cellula ospite: in sostanza, si tratta di mutazioni che fanno crescere la sua contagiosità»
Ma serviranno ancora mesi per avere evidenze scientifiche. «Solo a quel punto ci si potrà esprimere sui rischi», spiega Palù. «Anche per quanto riguarda l’efficacia dei vaccini, ma non c’è prova che il virus sfugga al controllo degli anticorpi».
L’Italia intanto ha vietato il traffico aereo con la Gran Bretagna dalla mezzanotte di ieri. Lo stesso hanno previsto anche Francia, Germania, Olanda, Belgio e Irlanda. In attesa della riunione d’emergenza di oggi a Bruxelles nella quale i 27 Paesi europei coordineranno la risposta alla nuova variante del virus.