Pescocostanzo, provincia dell’Aquila. Laura e Riccardo sono una giovane coppia di innamorati che vive a Milano, ma ha deciso di ‘’rifugiarsi’’ nella seconda casa di lei in attesa che finisca la seconda ondata. Lui milanese, lei napoletana doc. A metà tra una fuga d’amore e una misura precauzionale. Mentre l’Abruzzo cambiava colore dal giallo al rosso, passando per l’arancione, la loro vita andava più o meno così: smart working fino a mezzogiorno poi scorpacciate di arrosticini e passeggiate digestive tra i boschi.
Una sera Riccardo non ha voglia di cucinare nemmeno la sua specialità, l’amatriciana. E per la cena è un plebiscito: pizza. «La prendo d’asporto», pensa Riccardo ma poi si ricorda che i provvedimenti anti covid non permettono di spostarsi tra un comune all’altro. E nei dintorni non riescono a trovare una pizzeria. Così Riccardo, da buon milanese abituato al delivery, cerca qualcuno che possa portarla a domicilio. Sul web trova una pagina WordPress che si chiama Velocini. Il sito sembra allestito in maniera rudimentale ma ha una lista di ristoranti e pizzerie. Si paga in contanti e si può ordinare solo su Whatsapp o chiamando al numero indicato. Ma è un delivery a tutti gli effetti, attivo dalle 19 e 30 alle 22 e su richiesta anche a pranzo. La coppia sceglie la pizza e, dopo meno di mezz’ora, sotto casa arriva una Nissan Micra.
Dentro, con le pizze, c’è Diana Oddis, ventiquattrenne di Pietransieri, frazione di Roccaraso in provincia dell’Aquila. Da fine giugno passa molte serate così, consegnando cibo insieme alla sua amica di sempre Denise Iarussi, 26 anni di Rivisondoli (AQ). Insieme sono rider e fondatrici di questo piccolo ‘’Just Eat di provincia’’. Servono 4 comuni dell’entroterra abruzzese (Pescocostanzo, Rivisondoli, Roccaraso, Castel di Sangro) e le loro frazioni. Praticamente quasi tutto l’Alto Sangro. Di questi tempi possono essere per alcuni ristoranti l’unico modo per lavorare e sopravvivere.
Forse nessuno avrebbe mai pensato che un format simile potesse arrivare dalle grandi città fino a qui. In questi territori dalla natura incantevole, che vivono di turismo tutto l’anno, con le passeggiate d’estate tra montagne e borghi e gli impianti sciistici d’inverno (qui c’è il comprensorio maggiore del centro-sud). Fra piccoli paesini e strade di campagna, ci hanno pensato queste due ragazze a portare il delivery. E il loro progetto non è figlio di un meticoloso piano imprenditoriale, ma piuttosto dalla voglia di mettere da parte qualcosina e soprattutto di fare rete sul territorio.
«Avevo da tempo questa idea», racconta Diana che ha sempre lavorato nei due alberghi di famiglia, uno a Roccaraso un altro a Roma, «di creare un hub per i ristoranti della zona. Ma non sapevo come muovermi». Così in un pomeriggio di maggio ne ha parlato con l’amica, studentessa di Giurisprudenza, che la ha aiutata a compiere i primi passi. «Avevamo tutte e due tanta voglia di fare dopo lockdown», commenta Denise, «e abbiamo iniziato a fare dei sondaggi. Abbiamo cercato qualche incentivo dalla Regione senza trovare nulla. Ma non ci siamo fermate e in pochi giorni abbiamo aperto subito partita Iva e preparato, grazie a mamma che fa l’avvocato, i contratti per i ristoratori. Siamo partite con fatti concreti per dare alle realtà con cui eravamo in contatto delle garanzie, a costo pure di perderci dei soldi».
La battaglia di diffondere la cultura della consegna a domicilio nel regno di agriturismi e trattorie non pareva facile, nonostante l’eventualità concreta per molte attività di abbassare per sempre le saracinesche. Denise e Diana si sono occupate di sponsorizzazioni social e pubblicità. Ancora oggi anticipano loro ai ristoranti il conto dell’ordine, assumendosi il rischio dei forfeit dei clienti. Ma alla fine, da giugno ad oggi, le due imprenditrici sono passate dal lavorare solo il fine settimana con una manciata di consegna a sera, fino a picchi di 25 viaggi giornalieri, 5 giorni su 7. Quattordici i ristoranti inseriti nella rete dai 7 iniziali e le due auto destinate alla consegna che macinano chilometri per raggiungere case private e bed and breakfast. Le basi per un bel futuro le hanno gettate e nel frattempo hanno pure dato una mano, con il loro servizio, a realtà nate in piena seconda ondata come il ristorante-pizzeria Antica Ricetta a Roccaraso. E, grazie al delivery, i ristoranti della zona hanno stretto con la clientela locale un rapporto che forse prima non c’era.
Velocini non ha numeri da colosso, ma l’estate e l’autunno sono stati prolifici. Adesso questa attività non è più un gioco. l piani delle due amiche e socie sono di arrivare fino al Parco Nazionale degli Abruzzi e Sulmona. Vogliono che il delivery diventi il loro core business, come ormai si dice negli ambienti più facoltosi dell’imprenditoria. «Noi ci crediamo», affermano Denise e Diana, che nella loro avventura possono contare anche sui loro fidanzati Daniel De Nardis e Andrea Virtuoso, che spesso si occupano delle consegne e sono stati fondamentali nella scelta del nome.
Tutto ciò che riguarda il brand non è da trascurare, nemmeno nell’entroterra abruzzese. Soprattutto perché i Velocini ora stanno organizzando le consegne di Natale. All’orizzonte c’è il cenone del 31 dicembre, rigorosamente a domicilio. E altri pacchi con vari prodotti della ricca filiera alimentare locale da spedire. «Abbiamo tante cose da fare: creare un ufficio, rinnovare il sito», avverte Diana «attrezzarci per il pagamento online e ridurre il costo della consegna che ora è di 4,90 euro». Per abbassarlo bisogna che la domanda cresca. «Sappiamo che nella ristorazione il delivery non può essere da noi quello che è per città come Milano. Ma qui ci sono spazi in cui ci possiamo inserire. Possono nascere nuove realtà di ristorazione e la consegna può diventare sempre più efficiente». La strada è lunga, l’entusiasmo di Diana e Denise è lo stesso di quel pomeriggio di maggio in cui è cominciato tutto. Per ora basta sapere che, se sei fra Roccaraso e Pescocostanzo e vuoi una pizza, basta chiamare Velocini, il Just Eat di provincia.