Cade il veto di Polonia e UngheriaIl Consiglio europeo ha trovato un accordo per sbloccare il NextGenerationEu e il bilancio Ue 2021-2027

Polonia e Ungheria accettano di non eliminare l’intesa trovato dal Consiglio e dal Parlamento europeo per legare l’accesso ai fondi europei al rispetto dei principi dello Stato di diritto. Ma questo meccanismo non sarà applicato almeno per il prossimo anno e mezzo e sarà più sfumato rispetto alle intenzioni iniziali

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Il Consiglio europeo ha trovato un accordo per superare il veto di Polonia e Ungheria sul bilancio dell’Ue 2021-2027 che bloccava a sua volta l’attivazione del NextGenerationEu, il piano di 750 miliardi di aiuti della Commissione europea per gli Stati membri. A sbloccare l’impasse è stato un compromesso proposto mercoledì dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e accettato anche dagli altri 26 leader europei. Ad annunciarlo è stato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. 

Polonia e Ungheria accettano di non eliminare l’accordo trovato dal Consiglio e dal Parlamento europeo per legare l’accesso ai fondi europei al rispetto dei principi dello Stato di diritto. Ma questo meccanismo non sarà applicato almeno per il prossimo anno e mezzo perché prima la Commissione europea dovrà fornire delle linee guida del regolamento con cui giudicare se il governo di uno Stato membro ha violato o meno i principi democratici. 

Ma se verrà proposto un ricorso di annullamento nei confronti del regolamento (Polonia e Ungheria lo faranno), le linee guida saranno finalizzate dopo la sentenza della Corte di giustizia in modo da tenere conto della sentenza 

Non solo, Polonia e Ungheria avranno la possibilità di ricorrere alla Corte di Giustizia dell’Unione europea nel caso non concordassero con il regolamento proposto dalla Commissione e per questo si dovrà aspettare la sentenza prima di poter attuare davvero il meccanismo. 

Secondo l’analisi di diversi esperti, questo sarebbe più che altro un espediente politico per guadagnare tempo: in concreto provocherebbe un ritardo fino al 2022, anno delle prossime elezioni parlamentari in Ungheria.

Mateusz Morawiecki e Viktor Orbàn hanno ottenuto altre due concessioni. Il vincolo dello stato di diritto varrà solo per le riforme fatte dal 1 gennaio 2021, quindi non si tiene conto di tutte le riforme fatte da Budapest e Varsavia in questi anni per diminuire l’indipendenza della magistratura, delle minoranze e dei media. 

Inoltre la semplice constatazione della violazione dello Stato di diritto non sarà sufficiente per bloccare i fondi perché bisogna provare prima che la riforma contro i principi democratici sia stata finanziata con i finanziamenti europei ricevuti. 

L’accordo è stato trovato solo giovedì sera perché alcuni leader degli Stati frugali (Paesi Bassi, Austria, Svezia e Danimarca), tra cui il premier olandese Mark Rutte volevano un parere dell’Ufficio legale del Consiglio europeo prima di dare il via libera. 

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