Per non dimenticare Il grillino Elio Lannutti è stato citato a giudizio per istigazione all’odio razziale

In occasione del Giorno della Memoria del 2019, il senatore aveva condiviso sui social un articolo intitolato “Le 13 famiglie che comandano il mondo”, il famigerato e falso pamphlet antisemita. L’udienza si terrà al Tribunale di Terni il 29 marzo 2021

Facebook Elio Lannutti

Chi ha una posizione pubblica ha una responsabilità enorme nei confronti dei propri elettori e, più in generale, dei cittadini e delle cittadine che dovrebbe rappresentare. Ma in questi anni in troppi hanno propagandato consapevolmente odio, contribuendo a trascinare questo paese in un vortice identitario che ha provocato ferite difficili da rimarginare.

Finalmente, oggi, arriviamo con una buona notizia. A gennaio del 2019, in occasione di una terribile esternazione di un rappresentante eletto del popolo italiano, ci siamo detti che era ora di finirla con la propaganda razzista e antisemita, e che di questa opera di costante incitamento all’odio i politici avrebbero dovuto assumersi le responsabilità, anche penali. Abbiamo chiesto che l’onorevole Elio Lannutti, senatore del Movimento Cinque Stelle, venisse perseguito e punito a norma di legge, nominando come nostro difensore di fiducia Fabio Anselmo del Foro di Ferrara, avvocato che in questi anni ha già seguito con determinazione e professionalità le vicende processuali relative all’omicidio di Stefano Cucchi, rappresentando la sorella Ilaria (ringraziamo dunque di cuore l’avvocato Anselmo per affiancarci in questa battaglia di civiltà). Concluse le indagini preliminari, il Pubblico Ministero Barbara Mazzullo ha infatti accolto la denuncia, citando a giudizio l’onorevole Lannutti per il giorno 29/03/2021.

Quest’ultimo, in prossimità del Giorno della Memoria di due anni fa, aveva condiviso via Twitter e via Facebook un articolo intitolato “Le 13 famiglie che comandano il mondo”, il celeberrimo pamphlet antisemita che, come è noto da un secolo, è un falso storico. Un politico, peraltro giornalista, che ricopre un ruolo istituzionale di primaria importanza, aveva dunque scelto di condividere sui propri canali social (seguiti da decine di migliaia di persone) un articolo dal contenuto palesemente falso, consapevole dell’impatto mediatico e sociale che deriva dalla sua attività di propaganda.

In passato, c’è da aggiungere, il Senatore Lannutti si era già “distinto” per le sue idee di odio e discriminazione razziale. Il 15 luglio 2018, in particolare, aveva condiviso sui social un articolo dal titolo “Speciale Piano Kalergi – Invasione programmata per la sostituzione dei popoli europei. Con la partecipazione straordinaria di Cosa Nostra” così commentandolo: «Immigrazione: invasione programmata per la sostituzione dei popoli europei. Con la partecipazione straordinaria di Cosa Nostra, Soros, il criminale speculatore sulla lira e delle mafiomassonerie», manifestando ancora una volta le proprie idee complottistiche e razziste.

Dal momento che si trattava dell’ennesimo caso in cui la condotta di un rappresentante eletto del popolo italiano integrava la fattispecie prevista e punita dall’art. 604 bis del codice penale («Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa»), abbiamo deciso quindi di procedere per via giudiziaria, denunciando l’onorevole Lannutti.

La norma sanziona infatti la «divulgazione di opinioni finalizzata ad influenzare il comportamento o la psicologia di un vasto pubblico ed a raccogliere adesioni», stimolando e incitando quelle «idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico» (v. Cass. pen. Sez. III, 23/06/2015, n. 36906). Ad integrare il reato è sufficiente il dolo generico «perché lo scopo di condizionare la pubblica opinione è insito nella condotta propagandistica; è sufficiente cioè che l’agente sia consapevole del contenuto dell’idea che volontariamente propaganda e della idoneità soggettiva a condizionare l’altrui opinione» (v. Cass. Pen. Sez. III, 28/03/2008 n. 13234).

Il tentativo di condizionare l’opinione pubblica spacciando false informazioni, e quindi di influenzare il lettore indirizzandone il pensiero, assume una maggiore delicatezza e insidiosità – lo ripetiamo – quando ad attuarla è un personaggio pubblico, in questo caso un Senatore della Repubblica che svolge, di conseguenza, attività di propaganda. Che va punita. Per questa ragione siamo particolarmente orgogliosi di sapere che la giustizia italiana, questa volta, ha fatto il suo corso.

Il 15 gennaio lo studio Anselmo ci ha inoltrato la notifica, pervenuta dalla Procura di Terni, relativa al decreto di citazione a giudizio di Elio Lannutti per il reato di cui all’art. 604 bis del codice penale («Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa»).

Nell’udienza, che si terrà al Tribunale di Terni alle ore 9 del 29 marzo 2021, l’onorevole Lannuti dovrà rispondere dei reati descritti nella denuncia, «con avvertimento che, non comparendo senza un legittimo impedimento, sarà giudicato in contumacia». Chi volesse costituirsi parte civile al processo ce lo potrà senz’altro comunicare, come in queste ore stanno già facendo tante persone.

Non è superfluo aggiungere che riteniamo di particolare importanza il poter dare questa notizia in occasione del ventesimo Giorno della Memoria, istituito per ricordare – come recita la legge 20 luglio 2000, n. 211 – «la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte», e le vicende di coloro che «si sono opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati».

La legge istitutiva auspicava infatti che in occasione del Giorno della Memoria si organizzassero infatti «cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico e oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere». E fu anche grazie alla propaganda antisemita e razzista del cuore nero del Novecento, ricordiamolo, che questi eventi accaddero.