In Germania, l’appuntamento di febbraio con la Berlinale, la più importante rassegna cinematografica del Paese e una delle maggiori in Europa, coincide spesso con il Carnevale, anche questo un evento legato alla tradizione e molto sentito, soprattutto nell’area renana. Quest’anno, a causa della pandemia, i festeggiamenti e i vari show carnevaleschi sono stati quasi del tutto cancellati. Un destino comune ha interessato anche il Festival, che ha subìto un ripensamento: non più un unico evento a febbraio, ma doppio appuntamento che parte online dall’1 al 5 marzo per gli addetti ai lavori e a cui segue un “secondo tempo” dal 9 al 20 giugno, dedicato al pubblico con la proiezione delle opere nei cinema di Berlino, alla presenza dei filmmakers.
La direzione del Festival, formata dall’italiano Carlo Chatrian e l’olandese Mariette Rissenbeek, ha svelato lo scorso 11 febbraio i quindici film che si contenderanno i premi della sezione principale. La giuria del concorso sarà composta da sei registi già premiati con l’Orso d’Oro: ne farà parte, tra gli altri, Francesco Rosi, vincitore a Berlino nel 2016 con Fuocoammare.
Non ci sono film italiani nel concorso principale, ma è corposa la presenza di film di produzione tedesca. Uno dei più attesi è sicuramente Fabian oder Der Gang vor die Hunde, l’adattamento del romanzo di Erich Kästner, datato 1931 ma ripubblicato nel 2013 nell’edizione originaria, divenuta un bestseller, a cui si rifà questa versione cinematografica. La regia è firmata da Dominik Graf, che riporta sugli schermi die Goldene Zwanziger, i favolosi Anni Venti, da tempo tornati di moda in opere letterarie, cinematografiche e televisive: dal successo della serie Babylon Berlin alla ripubblicazione di alcuni libri del periodo, fino al nuovo adattamento del romanzo-mondo di Alfred Döblin, Berlin Alexanderplatz, in concorso alla Berlinale proprio un anno fa.
Il film di Graf racconta la storia di Jakob Fabian, un giovane pubblicitario di Dresda trapiantato a Berlino (la biografia del protagonista si sovrappone alla vita di Erich Kästner) che osserva i mutamenti sociali, le velleità artistiche, la libertà dei costumi e i conflitti politici della capitale, a volte prendendone parte pur con un occhio distaccato e critico. Nel ruolo del protagonista rivediamo Tom Schilling, interprete di Oh Boy e Opera senza autore.
Un altro film tedesco atteso è Ich bin dein Mensch di Maria Schrader, attrice che ha all’attivo una lunga carriera (fu premiata proprio alla Berlinale nel 1999 per il suo ruolo in Aimée & Jaguar). Da tempo la Schrader si è dedicata alla regia televisiva e ha firmato due serie molto apprezzate dal pubblico internazionale: la trilogia Deutschland 83 – 86 – 89 e il recente Unorthodox. Alla Berlinale partecipa con un film su uno stralunato amore distopico tra una donna e la sua anima gemella, un robot. Tra gli interpreti il cast annovera Sandra Hüller, la protagonista di Toni Erdmann.
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