Da qualche settimana si rincorrono appelli di pensatori, manager, ex deputati che chiamano a gran voce i riformisti e liberal democratici d’Italia ad unirsi contro populismo e sovranismo.
L’idea, che è stata molto bene espressa dalle pagine del Suo giornale, è che «resistere, distinguersi, non basta più» (cit).
Proprio l’avvento del neonato governo Draghi porterebbe alla ricomposizione di un fronte moderato, lontano dalle posizioni più estremiste, di ampio respiro, capace di coinvolgere le migliori energie del Paese. La teoria è che ci sia una domanda chiara e forte «ma gli elettori che non si rifugiano spaesati nell’astensione sono divisi tra Azione, Italia Viva, +Europa, e in parte Partito democratico e Forza Italia».
È chiaro, Direttore, che come Italia Viva ci sentiamo chiamati in modo diretto e desideriamo rispondere proattivamente ai numerosi appelli.
Nella carta dei valori di Italia Viva scriviamo che «siamo orgogliosi di essere italiani ed europei… che ci impegniamo a costruire un’Europa politica e non tecnocratica, che siamo federalisti europei e vogliamo costruire gli Stati Uniti d’Europa», e proseguiamo dicendo che «il coraggio e la passione per il cambiamento sono indispensabili per costruire un’Italia migliore.. Siamo riformisti».
Noi ci siamo sempre raccontati come una casa inclusiva e accogliente, giovane, innovativa e femminista, dove si lanciano idee per l’Italia e l’Europa. Siamo, già nella definizione, una forza europeista, liberale, democratica e riformista.
Non è nostra intenzione riaprire ora il dibattito sulle ragioni che hanno innescato una crisi di governo che ha visto il nostro partito come principale attore. Rivendichiamo però il coraggio di quella scelta che ha portato oggi ad avere un governo, con la più ampia maggioranza nella storia della Repubblica, guidato dal Professor Mario Draghi, la cui credibilità si è immediatamente riflessa sull’immagine del nostro Paese nel mondo e su tutti gli indicatori finanziari, dal calo dello spread sotto quota 100 punti al rafforzamento dei mercati borsistici.
Questo nuovo governo ha inoltre comportato un mutato scenario nazionale, in cui la destra o parte di essa sembra si stia europeizzando e la sinistra si sta coalizzando intorno a forze politiche quali Liberi e uguali e Cinque Stelle creando persino l’intergruppo parlamentare che cementifichi l’accordo.
È in questo contesto che noi di Italia Viva, con il coraggio che ci contraddistingue, vogliamo essere i promotori della casa dei riformisti e dei liberal-democratici che ha già tanti riferimenti nel mondo, come ad esempio Emmanuel Macron in Francia o Margrethe Vesterger in Danimarca, giusto per citare due esempi noti.
La questione che si pone, dunque, per noi è l’impatto che i nuovi equilibri politici potranno avere sul piano locale e amministrativo. Ecco perché raccogliamo con enorme piacere le dichiarazioni e gli appelli che da più parte ci arrivano e ci candidiamo, convintamente, ad essere parte attiva e co-fondatrice di una forza riformista e liberal-democratica che trovi proprio in Milano la sua culla.
Questo richiede necessariamente l’avvio di un dialogo con tutte le realtà, politiche e sociali, nazionali e civiche, coinvolgendo nel processo le migliori energie lontane dall’impegno diretto, ovvero quelle nel mondo del lavoro, del sociale, dell’impresa, della cultura e dell’ambientalismo, che hanno mostrato sensibilità comuni e che si riconoscano nei medesimi valori.
Siamo quindi convinti che questo sia il momento giusto dell’agire, del mettersi in gioco da parte di chiunque abbia a cuore la possibilità di dare alle nostre città e al nostro Paese una prospettiva diversa, che pur facendo i conti con una terribile pandemia, guardi al futuro in modo costruttivo e propositivo.
Alessia Cappello e Roberto Cociancich, Coordinatori Italia Viva Milano