Esplorazione fallitaSergio Mattarella ha convocato Mario Draghi per oggi alle 12

Dopo le difficoltà di trovare coesione tra le forze di maggioranza, e dopo il passaggio a vuoto del mandato conferito a Roberto Fico, il presidente della Repubblica ha spiegato perché non scioglie le Camere per indire nuove elezioni. La soluzione, dunque, è quella di un esecutivo super partes rispetto ai partiti: oggi incontrerà a mezzogiorno l’ex presidente della Banca centrale europea

Fonte: Quirinale

«Il mandato esplorativo che avevo affidato a Roberto Fico è fallito, per questo conto di formare un governo di alto profilo, non politico», ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Ci sono adesso due strade alternative. Dare vita a un nuovo governo per fronteggiare la crisi; o le elezioni anticipate, ma di fronte a questa ipotesi devo far notare le difficoltà che offre questa circostanza: la campagna elettorale coinciderebbe con il momento più delicato dell’Italia, una fase che prevede un governo nella pienezza delle sue funzioni». I tempi infatti richiederebbero almeno tre mesi dallo scioglimento delle Camere all’insediamento del nuovo governo.

Il Capo dello Stato ha parlato anche della necessità – in questa fase – di stilare un Recovery Plan adeguato, da presentare alla Commissione europea per ottenere i fondi del Next Generation Eu: «Un governo che non è nel pieno delle sue funzioni non riuscirebbe a rispettare un impegno così importante».

Alle 20,30 di ieri il presidente della Camera Roberto Fico è salito al Quirinale per conferire con Mattarella dimostrando che non ci sono stati passi avanti in direzione di un Conte ter. «Allo stato attuale tra le forze politiche ci sono distanze che non permettono di dare vita a una maggioranza», ha detto Roberto Fico al termine del suo mandato esplorativo.

Al tavolo di confronto tra le forze politiche che sostenevano la maggioranza la trattativa si è arenata tra veti dei partiti e divergenze apparentemente non colmabili. Per Italia viva la rottura è nata soprattutto sulla conferma di Domenico Arcuri, Lucia Azzolina e Alfonso Bonafede. Nonostante Renzi avesse detto che avrebbe «cercato l’intesa fino all’ultimo». La reazione del Partito democratico aveva nel leader di Italia viva il suo bersaglio: «La rottura è inspiegabile, così Renzi rompe non con Conte ma con gli alleati».

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