«Dalla disgrazia può nascere una soluzione positiva». Lo dice Romano Prodi in una intervista alla Stampa, riferendosi all’affidamento di formare un nuovo governo a Mario Draghi, convocato per oggi alle 12 al Quirinale. «Credo che dobbiamo apprezzare tutti la scelta del presidente Mattarella», dice Prodi. «Spiegata agli italiani con un discorso che ha messo in luce la drammatica situazione in cui versa il Paese e ha saputo indicare la soluzione di più alto profilo che era a sua disposizione».
Nessun dubbio sul fatto che Draghi accetterà, dice Prodi: «Ho la sensazione che se Mattarella ha convocato Draghi è perché aveva già in tasca l’accettazione da parte del designato». Una scelta, giusta, secondo il professore: «Sono convinto che la scelta del nome di Draghi sia quella che proteggerà meglio il Paese in questo momento particolarmente difficile».
Ma le conclusioni sulla evoluzione della crisi sono amare: «Dimostra, purtroppo ancora una volta, che le strade tradizionali della nostra politica sono fallite. Un fallimento grave, nato dai personalismi, dai veti incrociati, dal prevalere delle logiche individuali sul bene collettivo. Questa è stata una delle pagine più brutte della storia recente della politica italiana».
Alla fine, però, da una situazione drammatica si è passati a una soluzione eccellente, secondo il professore: «La scelta di una grande persona sembra l’esito più imprevisto e positivo di un percorso che era stato assai accidentato e che non lasciava prevedere nulla di buono».
La prima sfida per Draghi sarà «cercare di rassicurare l’Europa sulla credibilità del nostro sistema», dice Prodi. «Dovrà risollevare l’Italia da una situazione di drammatica emergenza sanitaria, economica e sociale. Per questo mi pare che Mattarella abbia individuato la soluzione ideale per contrastare questa deriva. Io penso che questa sia davvero la scelta migliore che si potesse fare in queste condizioni».