Guardare l’Italia con gli occhi degli stranieri ci permette di entrare in contatto con il nostro Paese in modo completamente diverso. È come se loro vedessero qualcosa che noi diamo per scontato, come quando si vive accanto al mare e passeggiare sulla spiaggia ci pare normale, o quando – da milanesi – ogni giorno passiamo davanti al Duomo e finiamo per non vederlo nemmeno più.
Per fortuna lo vedono loro: e il documentario di Stanley Tucci, grande interprete del cinema americano e oggi portavoce dell’italianità sulla CNN, è l’esempio perfetto degli occhi innamorati che fanno bene al turismo e all’enogastronomia del nostro Paese.
Ogni episodio dei sei che fanno parte della prima serie (E speriamo ce ne sia una seconda!) è infarcito di specialità regionali, preparate nelle cucine di famiglia e nei ristoranti panoramici. In pieno stile americano, le scelte dei luoghi da raccontare sono le più rassicuranti possibili: siamo alla prima serie, è vero, e forse non si poteva pretendere di più.
Nella prima puntata, Tucci si reca in Campania: “una regione – ci ricorda la CNN – il cui paesaggio vulcanico contribuisce ai suoi straordinari prodotti locali. Dalla mozzarella di bufala ai limoni della Costiera Amalfitana, i cuochi locali sfruttano al massimo la generosità”.
La seconda tappa non poteva che essere la capitale, Roma, “un’antica metropoli le cui prelibatezze culinarie sono talvolta messe in ombra da vicini più famosi dal punto di vista gastronomico. Ma dai dolci maritozzi alla perfetta forchettata di carbonara, Roma è dove puoi trovare ottimo cibo dall’alba al tramonto – se, come dice Tucci nella puntata – sai dove guardare”.
Nelle tappe successive si passa da Bologna, per poi arrivare a Milano, visitare la Toscana e approdare in Sicilia.
Chissà perché le montagne mancano sempre, in questo genere di racconti: forse perché la montagna è meno facile da raggiungere, forse perché riporta molto meno all’immaginario della Dolce Vita, forse perché per vivere la montagna si deve anche un po’ faticare, e questo non corrisponde ai cliché per cui siamo celebri nel mondo. Forse anche perché la Costiera amalfitana è un tale unicum che non si può proprio prescindere dal raccontarla, quando si parla del nostro Paese.
E magari anche perché le tappe del viaggio, in questo caso, erano anche molto personali: e se voi foste Tucci, che decide di fare un viaggio in Italia, dove decidereste di andare se non nei luoghi iconici per i vostri connazionali?
Che, comunque, apprezzano: dopo le prime due puntate andate in onda nelle scorse settimane i
commenti sono migliaia, la maggior parte entusiasti: innumerevoli le repliche delle ricette presentate nelle puntate, moltissimi i complimenti, tanti i commenti dei fieri italiani all’estero, si sprecano gli “wow”. E qualche italiano in Patria coglie l’occasione per invitare tutti non solo ad ammirare da lontano la bellezza, ma di venire ad assaporarne il gusto dal vivo.
Con qualche
malinconia di fondo: lo show è il primo di questo genere realizzato dopo la morte di Bourdain, da sempre vero esploratore del gusto per la rete.
Cristallina la motivazione dell’attore, che voleva con questo viaggio rendere giustizia al Paese d’origine dei genitori: «Penso che in America ci siano molte idee molto specifiche su cosa sia italiano, e uno dei motivi per cui volevo fare questo tv show è sfatare alcuni di quei miti su cosa sia l’Italia»,
racconta alla CNN. «La gente immagina che in Italia ci sia sempre il sole e la gente suoni mandolini e mangi pizza e parmigiana di pollo, che non è nemmeno un piatto italiano. Poiché i miei genitori erano così rispettosi della loro eredità, rispettare quell’identità culturale è davvero importante anche per me».
Beppe Severgnini ha accompagnato Tucci nella tappa milanese, e
lo racconta così: «lavora con passione, cura i dettagli e rende tutto semplice. Conversa di cinema, a cena, con mia moglie Ortensia e ragiona con me nel tramonto, tra le guglie del Duomo. Era la fine del 2019: Milano e l’Italia, ignare di cosa stava per arrivare, erano luminose, saporite e mescolate. Che nostalgia».
Speriamo torni presto, quell’Italia adorata.