Europa al bivioLa nuova strategia della Commissione europea per adattarsi al climate change

Non esiste alcun vaccino contro la crisi climatica, ma è possibile combatterne gli effetti inevitabili. Se ci prepariamo oggi, dice il Vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal Frans Timmermans, riusciremo a costruire un domani resiliente

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Diventare, entro il 2050, una società resiliente ai cambiamenti climatici. Per raggiungere questo traguardo l’Unione europea ha delineato una nuova strategia di adattamento al climate change, integrando il progetto virtuoso di diventare climaticamente neutra entro la metà del secolo. Questo sarà possibile intensificando l’azione in ogni settore economico, procedendo in parallelo alle altre politiche del Green Deal, che sostengono ad esempio l’agricoltura sostenibile e la protezione della biodiversità.

«Le gravi conseguenze della pandemia sulla nostra salute e sul nostro benessere socioeconomico sono un forte avvertimento dei pericoli di una preparazione insufficiente – si legge in una nota della Comissione – Anche se oggi mettessimo fine a tutte le emissioni di gas a effetto serra, non impediremmo gli effetti dei cambiamenti climatici che sono già in corso. Nell’Unione le perdite economiche imputabili a eventi meteorologici estremi superano già, in media, i 12 miliardi di euro l’anno».

Esporre l’economia europea a un riscaldamento globale di 3°C rispetto ai livelli preindustriali comporterebbe una perdita annua di almeno 170 miliardi di euro. Come se non bastasse, i cambiamenti climatici hanno pesanti ripercussioni anche sulla salute e sul benessere dei cittadini europei, basti pensare all’ondata di calore del 2019 che nel continente ha causato 2500 vittime.

Per questo l’Unione ha ritenuto opportuno elaborare una nuova strategia. In quella di adattamento del 2013, giudicata comunque positivamente nel 2018, vanno integrati interventi di adattamento più incisivi e ampi, ad esempio aumentando i finanziamenti in questo ambito a livello continentale ma anche mondiale.

«Non esiste alcun vaccino contro la crisi climatica, ma possiamo ancora combatterla e prepararci ai suoi effetti inevitabili, che si fanno già sentire sia all’interno che all’esterno dell’Unione europea – ha sottolineato Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal europeo – La nuova strategia di adattamento ai cambiamenti climatici ci consente di accelerare e approfondire i preparativi. Se ci prepariamo oggi, possiamo ancora costruire un domani resiliente ai cambiamenti climatici».

Tre sono gli obiettivi che la strategia intende perseguire. Rendere l’adattamento più intelligente, quindi migliorare conoscenza e disponibilità dei dati sugli effetti del climate change, sui rischi e le perdite che questo problema implica, investendo sulla piattaforma Climate-ADAPT che già oggi garantisce l’accesso a dati affidabili sui probabili effetti dei cambiamenti climatici, sugli aspetti socioeconomici connessi e sui costi e benefici delle opzioni di adattamento. Dati e strumenti sulla valutazione dei rischi a disposizione di tutti i cittadini dell’Unione, dalle famiglie che acquistano, costruiscono e ristrutturano abitazioni fino alle imprese delle regioni costiere e agli agricoltori che pianificano le proprie colture.

Secondo fine è sistematizzare l’adattamento a tutti i livelli di governance e in tutti i settori, integrando la resilienza nella politica macrofinanziaria e promuovendo soluzioni di adattamento basate sulla natura. Infine, accelerare l’adattamento trasversale, quindi lo sviluppo e la diffusione di soluzioni di adattamento, colmando il divario in materia di protezione del clima.

Nonostante l’Europa abbia già una storia di cooperazione con altri Paesi in materia di adattamento al climate change, la nuova strategia le permette di inserirlo in quadro coerente che su fonda su tre azioni.

Innanzitutto, aumentando il sostegno alla resilienza e alla preparazione ai cambiamenti climatici a livello internazionale sostenendo sviluppo e attuazione dei contributi determinati a livello nazionale negli Stati partner. Poi, aumentando i finanziamenti internazionali per rafforzare la resilienza ai cambiamenti climatici anche grazie a investimenti del settore privati.

Infine, rafforzando l’impegno e gli scambi a livello mondiale anche facendo tesoro delle esperienze dei partner in prima linea contro il climate change. A tal fine, nel 2019 l’Unione ha aumentato del 7,4% il sostegno complessivo ai finanziamenti per il clima a favore di Paesi terzi, che ammonta a 21,9 miliardi di euro. Per incrementarlo ulteriormente la Commissione ha dichiarato di aumentare le risorse, mobilitando finanziamenti anche grazie a meccanismi innovativi come il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile Plus, agli Stati membri e canali bilaterali.

L’adattamento e la resilienza dell’Unione al cambiamento climatico saranno sostenuti finanziariamente dai Fondi strutturali e di investimento europei, dalla politica agricola comune, dal programma LIFE e dal dispositivo per la ripresa e la resilienza. A mobilitare ulteriori risorse sarò anche la missione di Orizzonte Europa sull’adattamento ai cambiamenti climatici proposta mobiliterà notevoli risorse nello sforzo di rendere l’Europa resiliente ai cambiamenti climatici.

«La Commissione – si legge nella nota – sosterrà l’adozione a livello locale di soluzioni digitali, intelligenti e basate sui dati relative all’adattamento ai cambiamenti climatici. Per aiutare gli enti locali a passare dalla pianificazione all’azione, l’Unione avvierà uno strumento di sostegno alle politiche per assistere gli enti locali e regionali nell’ambito del Patto dei sindaci dell’Unione». 

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