Oggi il decreto sostegniAiuti alle imprese in cinque fasce e licenziamenti selettivi fino a fine anno

Il consiglio dei ministri dovrebbe approvare il provvedimento da 32 miliardi. Ma il tema della cancellazione delle cartelle esattoriali divide la maggioranza Draghi. Prorogati i contratti dei navigator fino a fine anno. Agli stagionali 800 euro per tre mesi

(La Presse)

Il decreto sostegni (ex ristori 5) finalmente è pronto. E oggi il consiglio dei ministri dovrebbe approvarlo. Ma resta lo scoglio della cancellazione delle cartelle esattoriali, che divide la maggioranza Draghi.

Nell’ultima bozza del governo, lo stralcio dei pagamenti maturati tra il 2000 e il 2015 fino a 5mila euro è rimasto. Oltre al congelamento degli atti fino al 30 aprile e alla distribuzione della consegna spalmata su due anni una volta ripresi gli invii. Ma sul resto i partiti sono divisi. Il Pd si è schierato contro quello che definisce come un “condono”, appoggiato invece dalla vecchia maggioranza gialloverde Cinque Stelle più Lega. Il nodo dovrebbe essere sciolto oggi in consiglio dei ministri, probabilmente con una mediazione.

Intanto, nel decreto si trovano molte delle anticipazioni dei giorni scorsi. Il capitolo più rilevante resta quello dei ristori alle imprese che hanno subito i contraccolpi delle chiusure e della crisi Covid. Potranno fare domanda tutte le attività e le partite Iva che hanno perso almeno il 30% (e non più il 33% come da precedente bozza) di ricavi nel 2020 rispetto al 2019. Per il calcolo dei ristori ci saranno cinque fasce: per le attività con fatturato fino a 100mila euro si applicherà la percentuale del 60%; da 100mila a 400mila euro si scende al 50%; tra 400mila e 1 milione al 40%; da 1 milione a 5 milione al 30%; tra 5 e 10 milioni all’anno l’ultima soglia è del 20%. A essere rimborsata però non sarà più la perdita di due mensilità, ma solo di una. Con un indennizzo minimo di mille euro e un massimo di 150mila euro.

I ristori andranno anche a 400mila lavoratori stagionali e dello spettacolo, con un bonus di 800 euro per tre mensilità. Con i primi pagamenti previsti tra l’8 e il 10 aprile, dopo aver fatto la domanda sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Nel pacchetto lavoro da 10 miliardi, la cassa integrazione Covid sarà rifinanziata con 3,3 miliardi fino alla fine dell’anno. Il blocco dei licenziamenti, la cui scadenza è prevista per il 31 marzo, sarà prorogato per tutti allo stesso modo fino a fine giugno. Dopodiché, fino a fine anno, ci sarà un blocco selettivo solo per le aziende che non dispongono della cassa integrazione ordinaria, in attesa del varo della riforma degli ammortizzatori sociali che dovrebbe garantire una protezione allargata e forme di politiche attive e formazione per i nuovi collocamenti. Le altre dal 1 luglio dovranno attingere alla cassa ordinaria.

Il reddito di cittadinanza, come anticipato, viene rifinanziato con 1 miliardo. Così come vengono prorogati (con una spesa di 56 milioni) fino a fine anno i contratti dei 2.680 navigator in scadenza a fine aprile, in attesa del tagliando sul sussidio a cui sta lavorando il ministro Orlando. Chi lavora non perde l’assegno, che verrà solo sospeso. Ai centri per l’impiego vanno invece 75 milioni per gli «oneri di funzionamento».

Rafforzato pure il Reddito d’emergenza, che sarà rifinanziato per altri tre mesi e che potrà essere erogato anche ai lavoratori che hanno terminato i sussidi di disoccupazione Naspi e Discoll.

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