«Dare più soldi possibile a tutti e più velocemente possibile». È questo, ha spiegato il presidente del Consiglio Mario Draghi, l’obiettivo del decreto sostegni da 32 miliardi, il primo provvedimento economico del governo. Il governo lo ha approvato dopo un lungo pomeriggio in cui il consiglio dei ministri è slittato di ora in ora per il mancato accordo con la Lega sulla cancellazione delle cartelle esattoriali.
«Siamo consapevoli che molto probabilmente sono risposte parziali», ha spiegato Draghi, «ma è il massimo che abbiamo potuto fare all’interno di questo stanziamento di 32 miliardi», che è quello stabilito dal governo Conte 2.
Tre quarti della dotazione del decreto sono destinati alle imprese. Gli obiettivi della distribuzione degli indennizzi rispetto ai decreti precedenti – ha aggiunto il premier – sono l’abbandono dei codici Ateco e la velocità dei pagamenti tramite la piattaforma che sarà messa a disposizione dalla Agenzia delle entrate che permetterà l’avvio delle erogazioni dei fondi dall’8 aprile. «Significa che 11 miliardi entreranno nell’economia nel mese di aprile». Ma è solo il primo passo, servirà presto un altro scostamento di bilancio. Ma Draghi non ha dato cifre su questo.
Sulla questione della cancellazione delle cartelle esattoriali, sulla quale è andato avanti lo scontro in consiglio dei ministri, non è passata la linea della Lega. La formula finale prevede che siano «automaticamente annullati» i debiti fino a 5.000 euro – comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni – dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2010. La norma «riguarda le persone fisiche che hanno conseguito nel periodo d’imposta 2019 un reddito imponibile fino a 30 mila euro» e le persone giuridiche con un reddito fino a 50mila euro. Lo strumento viene coperto con una spesa di 1,5 miliardi.
Nel decreto del governo sarà previsto anche un disegno di legge per la riforma della riscossione. Il vero sollievo arriverà con queste modifiche, ha spiegato il premier.
Cosa c’è nel decreto sostegni
Contributi alle imprese che hanno perso il 30% dei ricavi
Sono oltre 11 miliardi i contributi a fondo perduto per le imprese e gli autonomi che hanno sofferto la crisi del Covid. I destinatari saranno 3 milioni – ha spiegato il ministro dell’Economia Daniele Franco – con una media di erogazioni di 3.700 euro. Questi andranno alle imprese e ai titolari di partita Iva con fatturato fino a 10 milioni e che hanno registrato una diminuzione del fatturato (nella media mensile) di almeno il 30% tra il 2020 e il 2019. Per le imprese, che dovranno presentare domanda all’Agenzia delle Entrate attraverso una nuova piattaforma affidata a Sogei, ci sarà l’opzione tra il bonifico sul conto corrente e un credito d’imposta da usare in compensazione. Gli aiuti saranno di minimo 1.000 euro per le persone fisiche (2.000 per le persone giuridiche) e massimo 150mila euro. I contributi saranno modulati a seconda delle dimensioni delle aziende coinvolte: sono previste cinque fasce di ricavi con percentuali dei sostegni differenziate che vanno dal 60% delle perdite per le più piccole al 20% per le più grandi.
Gli altri sussidi
Oltre allo schema generale di sostegno, il decreto interviene su settori specifici. Per la filiera della montagna, c’è un fondo da 700 milioni da assegnare ai comuni con un decreto del nuovo ministero del Turismo, in accordo con la Conferenza Stato-Regioni: tra i soggetti beneficiari, oltre agli esercizi commerciali, ci sono maestri e scuole di sci.
Per il mondo della cultura, aumenta di 200 milioni di euro la dotazione (di 80 milioni nel 2020) per le emergenze nei settori dello spettacolo, del cinema e dell’audiovisivo. Di 120 milioni di euro è invece l’incremento dei fondi per spettacoli e mostre. Passa da 25 a 105 milioni di euro il sostegno per il settore del libro e dell’intera filiera dell’editoria. Poi 100 milioni andranno a coprire la cancellazione di fiere e congressi e altri 150 le fiere internazionali.
Anche le filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura sono interessate dal provvedimento con un incremento da 150 a 350 milioni di euro per il 2021 del Fondo istituito dalla legge di Bilancio, una scelta per dare ristori alle imprese alla luce del perdurare delle misure restrittive per il contenimento del Covid. Anche in questo caso serviranno uno o più decreti attuativi del ministero per le Politiche agricole e forestali, d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni, per definire i criteri e le modalità di attuazione ed erogazione del Fondo.
Il testo prevede poi un fondo da 200 milioni «da destinare al sostegno delle categorie economiche particolarmente colpite dall’emergenza Covid, incluse le imprese esercenti attività commerciali e ristorazione nei centri storici e le imprese operanti nel settore dei matrimoni e degli eventi privati». Anche in questo caso i fondi saranno distribuiti dalle Regioni.
Tra le forme di sostegno particolari, il decreto congela la tassa sui tavolini all’aperto di bar e ristoranti fino al 30 giugno 2021.
Capitolo lavoro
Il pacchetto lavoro è di 8 miliardi. Le aziende che hanno la cassa integrazione ordinaria potranno chiedere 13 settimane tra il primo aprile e il 30 giugno 2021 con causale Covid senza contributo. Saranno invece concesse al massimo 28 settimane tra il primo aprile e il 31 dicembre 2021 per quei lavoratori che non sono tutelati da ammortizzatori ordinari ma hanno l’assegno di solidarietà o la cassa in deroga. Anche in questo caso non è chiesto un contributo addizionale.
Il blocco dei licenziamenti individuali e collettivi, la cui scadenza era prevista per il 31 marzo, viene prorogato fino a tutto giugno. Poi, fino alla fine di ottobre è previsto un ulteriore divieto ai licenziamenti per le aziende che usufruiscono del trattamento della cassa integrazione Covid. Previste le eccezioni contenute già nell’ultima legge di bilancio, come le aziende che cessano definitivamente la propria attività o gli accordi di esodo volontario.
Fino al 31 dicembre non sarà necessario aver lavorato almeno 30 giorni negli ultimi 12 mesi per ottenere la Naspi. L’onere stimato per la misura è di 121 milioni nel 2021 e di 12 nel 2022 compresi gli oneri figurativi.
Deroga al decreto dignità per tutto il 2021
La possibilità di rinnovo o proroga dei contratti a tempo determinato senza la necessità di indicare la causale, per un periodo massimo di dodici mesi e per una sola volta, viene estesa dal 31 marzo al 31 dicembre 2021. Entro la durata massima complessiva di 24 mesi.
Reddito di cittadinanza e d’emergenza
Il fondo per il Reddito di cittadinanza viene rifinanziato nel 2021 per 1 miliardo, alla luce del fatto che la spesa per le erogazioni mensili nel 2020 è più alta del 38% di quella del 2019.
Il decreto prevede l’erogazione di tre nuove mensilità del reddito di emergenza alle famiglie in situazione di necessità economica con le stesse regole previste dal decreto rilancio, ma con una soglia di reddito incrementata per i nuclei che sono in affitto. Si parte da 400 euro per arrivare fino a un massimo di 800 a seconda dei componenti il nucleo familiare: si prevede una spesa complessiva per il Rem nel 2021 di 1,52 miliardi. Se trovi lavoro per sei mesi, non viene interrotto il reddito di cittadinanza ma solo sospeso.
Altri 1,5 miliardi vanno invece all’esonero dei contributi previdenziali dovuti da lavoratori autonomi e professionisti che «abbiano percepito nel periodo d’imposta 2019 un reddito complessivo non superiore a 50.000 euro e abbiano subito un calo del fatturato, o dei corrispettivi nell’anno 2020 non inferiore al 33%, rispetto a quelli dell’anno 2019». La misura è destinata agli iscritti alla gestione separata dell’Inps, gli associati agli Enti di previdenza privati e privatizzati e gli iscritti alle gestioni speciali dell’Ago (Assicurazione generale obbligatoria).
Prestiti agevolati dal Mise alle grandi imprese
Al ministero dello Sviluppo economico si assegna un budget da 200 milioni per finanziamenti agevolati destinati a grandi imprese in difficoltà per la crisi, ma con prospettive di ripresa. Il nuovo Fondo dedicato opera con prestiti da restituire in massimo cinque anni, per assicurare la continuità operativa delle grandi imprese in temporanea difficoltà finanziaria, con almeno 250 dipendenti e un fatturato superiore a 50 milioni di euro o un bilancio oltre i 43 milioni. La misura rientra nel Quadro temporaneo per le misure di aiuti di Stato a sostegno dell’economia nell’emergenza Covid (Temporary Framework), e la sua efficacia è subordinata all’autorizzazione da parte della Commissione Ue.
Soldi per vaccini e farmaci anti Covid
Lo stanziamento per la sanità è di 5 miliardi. Ai vaccini e ai farmaci per la cura del Covid-19 vanno 2,8 miliardi: sono previsti 2,1 miliardi per l’acquisto di vaccini e 700 milioni per l’acquisto di farmaci per la cura di pazienti Covid. Sono destinati poi 345 milioni alla campagna vaccinale dei medici di medicina generale, specialisti ambulatoriali, pediatri di libera scelta, medici di continuità assistenziale.
Scuola
«La scuola sarà la prima a riaprire», ha detto Draghi. Il decreto sostegni destina alla scuola 150 milioni per il 2021, per acquistare prodotti per l’igiene, ma anche – questa è una novità – per l’assistenza pedagogica e psicologica degli studenti e degli insegnanti. I fondi dovranno essere utilizzati anche per l’inclusione degli alunni disabili e per servizi medico-sanitari per supportare le scuole.
Il decreto stanzia altri 150 milioni anche per il recupero delle competenze e della socialità degli studenti anche nel periodo estivo (su questo il ministro Patrizio Bianchi dovrebbe presentare un piano a breve). Per il completamento delle attività di sostegno della didattica digitale nelle Regioni del Mezzogiorno sono stanziati ulteriori 35 milioni. Infine, per la ricerca e la didattica a distanza dell’università sono stanziati 78,5 milioni di euro.
Enti locali
Il provvedimento prevede anche capitoli per gli enti locali, con un incremento di un miliardo di euro sul fondo 2021, che arriva a 1,5 miliardi: 1,35 per i Comuni e 150 per Città metropolitane e Province. Quello di Regioni e Province autonome viene aumentato di 260 milioni. Sono confermati 800 milioni di euro per il Trasporto pubblico locale e 250 milioni per il ristoro parziale dei Comuni a causa delle minori entrate per la mancata riscossione dell’imposta di soggiorno.
Per le spese sanitarie sostenuti da Regioni e Province autonome per fronteggiare il Covid si prevede 1 miliardo di euro e si precisa che il Commissario per l’emergenza ha richiesto alle Regioni la rendicontazione delle spese sostenute per farmaci, kit, tamponi, mascherine, ventilatori e altre apparecchiature.