Le promesse di Biden all’UeDraghi insiste sui vaccini e chiede di accelerare sugli eurobond

Dal presidente americano non sono arrivati impegni sulle dosi. «I cittadini si sentono ingannati da alcune case farmaceutiche», ha detto il premier italiano. Avanzando anche la richiesta di un «impegno politico» su un «safe asset comune»

(Johanna Geron, Pool via AP)

«I cittadini si sentono ingannati da alcune case farmaceutiche». Nel corso del Consiglio europeo a distanza, il premier Mario Draghi ha ricordato ai colleghi la vicenda dei 29 milioni di dosi AstraZeneca stoccate nel deposito di uno stabilimento di infialamento ad Anagni, con la segnalazione degli uffici della Commissione europea, la telefonata al ministro della Salute Roberto Speranza e l’ispezione dei Nas. Dopodiché, ha chiesto alla presidente Ursula von der Leyen se quei vaccini – poi spediti in parte in Belgio – non possano restare almeno nell’Unione. «Le dosi prodotte nell’Unione saranno destinate all’Unione», ha risposto Von der Leyen.

Secondo le ispezioni 16 milioni resteranno nei confini europei, altri 13 milioni di fiale invece sono state prodotte in Cina e Corea del Sud e sono destinate al programma Covax per i Paesi in via di sviluppo.

La questione della campagna vaccinale ha occupato gran parte dell’agenda dell’Eurosummit. «AstraZeneca deve recuperare sui suoi ritardi con gli Stati membri prima di potersi impegnare di nuovo nell’esportazione di vaccini», ha detto la presidente della Commissione. Ora l’Unione si è attrezzata con le armi per difendersi, a partire dal meccanismo di autorizzazione all’export, che nella sua ultima versione rafforzata ha riscosso il consenso generale. Ma, in ogni caso, la Commissione Ue potrebbe intraprendere azioni legali contro AstraZeneca se non verranno rispettati gli impegni.

La partecipazione del presidente americano Joe Biden mirava a un aiuto da parte degli Stati Uniti, dove sono custodite milioni di dosi del farmaco AstraZeneca, che l’ente di controllo Fda non ha ancora autorizzato.

Biden ha parlato del rilancio delle relazioni transatlantiche, di lotta ai cambiamenti climatici e della collaborazione sui vaccini. Ma non sono arrivati impegni precisi sulle dosi. L’incontro non ha portato ad annunci clamorosi, come sperava qualcuno, ma comunque apre prospettive future di collaborazione per un’Europa piegata dalla terza ondata della pandemia, frustrata dai tagli e dai ritardi di AstraZeneca, ma che punta comunque a centrare l’obiettivo del 70% di immunizzazioni entro fine estate.

Il pressing di Mario Draghi, Emmanuel Macron e Angela Merkel è stato incalzante. E la cancelliera tedesca ha sostenuto anche la possibilità che Bruxelles avvii discussioni per valutare la fattibilità di includere lo Sputnik V nella strategia dell’Unione in attesa che l’Ema valuti il siero.

Ma Draghi guarda anche a un’Unione un po’ più simile agli Stati Uniti sul fronte economico. «Lì c’è un solo mercato dei capitali, un’unione bancaria completa, un safe asset comune», ha detto il premier. Ovvero un titolo comune. Che tradotto significa debito comune, e quindi eurobond. «Lo so che la strada è lunga, ma dobbiamo cominciare a incamminarci. È importante avere un impegno politico».

Per Draghi il primo passo però è «disegnare una cornice per la politica fiscale in grado di portarci fuori dalla crisi». Questo il messaggio: dopo la pandemia, è impensabile il ritorno alle vecchie regole del patto di Stabilità. Per cui, come ha anticipato già nei giorni scorsi in Parlamento, è bene cominciare a pensare a come modificarle.

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