Comincia oggi una nuova fase dell’Italia in zona rossa e arancione (Sardegna a parte) fino a Pasquetta (qui le Faq del governo). Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, spiega al Corriere che «seguendo il principio di massima cautela, si è deciso d’innalzare il livello delle misure, nella logica di contenere la diffusione del virus, così da trovarci in una situazione epidemiologica più favorevole dopo Pasqua». Al primo posto, dice, «c’è la tutela della salute, ma è evidente che esiste anche una crisi economico-sociale da non sottovalutare. Ecco perché resto convinto dell’utilità del principio della proporzionalità e dell’adeguatezza degli interventi».
Quello della Sardegna, unica regione in bianco, però «è un modello da valorizzare». Perché «dimostra come si possa scendere sotto la soglia dei 50 casi ogni 100mila abitanti, ritenuta critica per garantire il tracciamento dei positivi. È possibile che la regione sia stata facilitata da una situazione più gestibile rispetto ad altre aree del Paese, ove la densità di popolazione e i contatti anche lavorativi sono più elevati. Altri fattori, tra cui politiche di testing e screening, hanno contribuito, sposandosi a comportamenti virtuosi dei sardi».
Ma mentre sulla campagna di vaccinazione si annuncia una accelerazione, resta sullo sfondo la confusione scatenata sui vaccini AstraZeneca. E il rischio dei rifiuti delle somministrazione da parte dei cittadini. «Come presidente del Consiglio superiore di sanità non ho esitazione a dire che è indispensabile procedere con tutti gli approfondimenti necessari», spiega Locatelli. «In un Paese sanitariamente così evoluto come il nostro, quando arrivano segnalazioni di incidenti gravi o fatali devono essere messe in atto tutte le misure per capire le cause. Il ritiro precauzionale del lotto cui apparteneva la dose somministrata dimostra l’efficienza del sistema di farmacovigilanza».
Ma precisa: «Non vanno tratte conclusioni affrettate sul nesso di causalità. Occorre basarsi sulle evidenze, altrimenti si rischiano reazioni emozionali. E non dimentichiamoci che l’efficacia del vaccino AstraZeneca è assai elevata, essendo superiore all’80% per tutte le manifestazioni di Covid-19 e si avvicina al 100% per la copertura dalle forme gravi».
Quindi sarebbe sbagliato rifiutare questo vaccino. «Non dobbiamo rifiutarlo», ripete il professore. «Milioni di persone in Europa lo hanno ricevuto senza sviluppare problemi e questo dato rassicura sul profilo di sicurezza, così come anche su quello degli altri oggi disponibili. Il vaccino AstraZeneca contribuirà a proteggerci dall’epidemia».
Ma «la copertura offerta dai vaccini non si tradurrà in un cambiamento totale in pochissime settimane: sarà un processo progressivo che troverà compiuta realizzazione solo tra alcuni mesi». Quindi, «pur avendo oggi a disposizione i vaccini, non dobbiamo minimamente deflettere da tutto quello che abbiamo imparato in questi mesi».