«Non dobbiamo fare la gara a chi ha ragione o torto. Dobbiamo remare tutti nella stessa direzione: serve un grande patto di salvezza nazionale e le Regioni sono dentro questo schema». Mariastella Gelmini, ministra per gli Affari regionali, ieri ha incontrato il premier Mario Draghi per fare il punto sui vaccini. E sulla Stampa spiega che non è il momento delle polemiche, ma di uno sforzo collettivo per portare il Paese fuori dall’emergenza.
Da una parte il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo, che ha detto che ci sono Regioni con gravi carenze organizzative per la somministrazione dei vaccini. Dall’altra le Regioni che invece lamentano l’insufficienza delle forniture. «Purtroppo stiamo pagando la confusione derivante dal fatto che siamo alla terza versione del piano vaccini», dice Gelmini. «E non è certo colpa dei governatori o di questo esecutivo: un mese fa AstraZeneca non era ancora disponibile, la situazione evolve continuamente. Adesso, con il generale Figliuolo e il capo della Protezione civile Curcio e con la collaborazione delle Regioni stiamo mettendo ordine, seguendo linee guida uniche e nazionali. Entro 24 ore arrivano un milione di dosi di Pfizer e sappiamo bene a chi devono andare; nei prossimi due mesi avremo milioni di dosi».
Palazzo Chigi ha invitato i governatori ad affidarsi al portale delle Poste italiane, in modo da avere una regia unica. «Noi abbiamo dato la cornice di regole che le stesse Regioni chiedevano, ci siamo presi la responsabilità di decidere e abbiamo inserito fra le priorità i fragili, i disabili e i caregiver», dice la ministra. «Laddove ce ne fosse la necessità, visto che è la più grande campagna di vaccinazione della storia, lo Stato è pronto ad andare in soccorso a chi è in difficoltà. Possiamo contare sull’efficienza della Protezione civile e dell’Esercito: la sinergia tra centro e periferia è fondamentale».
Tra le regioni rimaste più indietro, c’è la Lombardia, nel caos con il sistema delle prenotazioni. «La Lombardia ha utilizzato a ieri quasi l’80 per cento delle dosi che le sono arrivate», continua la ministra. «È vero che negli ultimi giorni ci sono stati problemi con il sistema delle prenotazioni, ma il presidente Fontana è intervenuto con tempestività e decisione. Ma nel frattempo la Lombardia è la prima regione per somministrazioni: 1,2 milioni di lombardi hanno ricevuto almeno una dose su 7,8 milioni di vaccini inoculati in Italia. Stiamo parlando della Regione più grande e popolosa. Il nemico è il virus e non serve dare pagelle ai territori».
Gelmini conferma l’obiettivo di vaccinare l’80% degli italiani entro settembre: «Questo è l’obiettivo che si è dato il governo e lo raggiungeremo. Ci sono anche migliaia di aziende pronte a vaccinare i loro dipendenti. È fondamentale, e su questo il premier Draghi si è già fatto sentire con determinazione, che le case farmaceutiche rispettino alla lettera i tempi di consegna. Arriveremo presto alle 500mila inoculazioni al giorno».
Ma è difficile ancora fare previsioni su quando si uscirà da questo nuovo lockdown: «Non ho la palla di vetro, ma le limitazioni di queste ultime settimane stanno dando dei risultati. Possiamo sperare in un’estate migliore: non dimentichiamoci che anche in questa ultima settimana ci sono stati oltre 300 morti al giorno».
E sul fronte degli aiuti economici, si guarda già al prossimo scostamento di bilancio dopo l’approvazione del decreto sostegni. «Auspico almeno della stessa consistenza del precedente», dice la ministra. Quindi altri 32 miliardi.
In ogni caso, conclude, «stiamo facendo cose di buon senso e se in parte sono quelle che ha chiesto il centrodestra con Berlusconi da un anno, dimostra solo che facevamo un’opposizione costruttiva. Se i vaccini si faranno anche in farmacia, se abbiamo aumentato la platea dei vaccinatori con pediatri, odontoiatri, medici sportivi e infermieri, se si è superata la logica dei bonus nei provvedimenti economici, possiamo dire di aver imboccato la strada giusta».