Maggioranza Draghi Molteni ribadisce che non ci sarà «mai lo ius soli con la Lega al governo»

«Io al Viminale sono l’unico sottosegretario di centrodestra, e dunque rappresento le posizioni almeno di metà del Paese. Questo devono ricordarlo tutti», dice a La Verità. «Ecco perché è importante essere nell’esecutivo»

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno del governo gialloverde, è tornato al Viminale con la nuova maggioranza Draghi. Con Matteo Salvini, è stato uno dei coautori della linea sull’immigrazione che si è tradotta poi nei decreti sicurezza, modificati dall’attuale ministra Luciana Lamorgese. Dopo il discorso di Enrico Letta, in cui il neo segretario del Partito democratico ha rilanciato il tema dello ius soli, in un’intervista a La Verità, ribadisce che finché ci sarà la Lega al governo non ci sarà una modifica delle norme sulla cittadinanza.

Molteni difende i decreti sicurezza di Salvini. «Continuo a ritenere che siano stati importantissimi, orientando la politica italiana verso la legalità e il contrasto all’immigrazione illegale», dice. «Dunque li difendo e li rivendico, anche se, dopo quello che è avvenuto con il governo precedente, sono consapevole che oggi purtroppo non ci siano le condizioni politiche per un’ulteriore modifica normativa. Però io al Viminale sono l’unico sottosegretario di centrodestra, e dunque rappresento le posizioni almeno di metà del Paese. Questo devono ricordarlo tutti».

Per questo, ribadisce, non ci sarà «mai lo ius soli con la Lega al governo. Ecco perché è importante essere nell’esecutivo Draghi».

Quanto alla questione dell’aumento degli arrivi dei migranti sulle coste italiane in vista del bel tempo, Molteni boccia la proposta della presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen nel negoziato Ue sul patto per l’asilo e l’immigrazione. «Noi diciamo: meno partenze, e quindi meno morti, e quindi meno sbarchi», spiega il sottosegretario. «E occorre anche un incremento degli hotspot: ma sui territori di partenza e di transito, non su quelli di approdo. Serve su tutto questo una forte sollecitazione da parte di Italia, Spagna, Malta, Grecia, Cipro verso il resto dell’Ue». Il problema però, dice, «non sono tanto e solo i Paesi di Visegrad, ma anche tanti Paesi “europeisti” del Nord Europa…».

Non solo. Molteni propone anche una «revisione restrittiva» del codice di condotta delle ong stilato dall’ex ministro Minniti. E spiega: «È il fatto che le ong stazionino nel Mediterraneo a rappresentare oggettivamente un rischio». Poi chiede il rifinanziamento del fondo premiale per i rimpatri previsto dal secondo decreto sicurezza.

Infine indica come modello per l’Italia il sistema a punti britannico sull’immigrazione: «I Paesi seri scelgono chi far entrare in base alle competenze e alle esigenze del loro mercato del lavoro, non subiscono l’immigrazione. Altrimenti c’è solo sfruttamento, caporalato e schiavitù, contro cui tutti dovrebbero battersi».

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