È ora di fare sul serioLa svolta liberale deve essere vera, con gare pubbliche e una sana concorrenza

Il tesoriere nazionale di Più Europa Valerio Federico ricorda che in Italia dall’inizio degli anni Ottanta a metà del decennio scorso, il 98% di servizi è stato affidato dagli enti locali senza gara. E le maggiori forze politiche continuano a remare in direzione contraria

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Pare che la collezione politica italiana primavera-estate 2021 non sarà segnata da capi solo europeisti ma anche, a sorpresa, liberali. La realtà è altra, purtroppo: il perimetro dell’area liberale italiana non può che non essere disegnato da visione e proposta politica effettivamente liberali.

Nel nostro Paese, nel quarto di secolo che va dall’inizio degli anni Ottanta a metà del decennio scorso, il 98% di servizi è stato affidato dagli enti locali senza gara. Lo stesso giorno della svolta liberale del suo partito comunicata da Luigi Di Maio, la sindaca Raggi, in relazione alla famigerata Atac, che si occupa di trasporti in città, dichiara «no alla liberalizzazione, la messa a gara del servizio di trasporto pubblico locale non avrebbe comportato maggiore efficienza».

Per un liberale, in realtà mettere a gara dovrebbe essere la norma, nient’altro che mettere in concorrenza più soggetti per offrire un servizio migliore per i cittadini, eppure tutti i partiti presenti in Campidoglio, neo-europeisti – anche l’Unione europea promuove la gara come mezzo prioritario di affidamento – o neoliberali che siano, si sono detti favorevoli a lasciare il trasporto locale in affidamento diretto ad Atac, primatista di debiti, inefficienze e bassa qualità del servizio.

Non è una novità che scelte illiberali uniscano la quasi totalità delle forze politiche, recentemente Lega e Partito democratico, Movimento cinque stelle e Forza Italia, si sono espresse a favore della proroga delle concessioni balneari senza gara fino al 2033 contro il Diritto europeo.

Ecco dunque che si riapre uno spazio per le politiche di promozione della concorrenza per le forze realmente liberali ed europeiste, pensiamo anche all’apertura al mercato del settore regionale ferroviario promuovendo gare europee, come non è stato fatto nella Lombardia di Fontana.

Riaprire dunque la partita delle liberalizzazioni e delle privatizzazioni sui servizi locali con chiunque ci stia per rilanciare su (i) de partitizzazione dei gestori; (ii) separazione tra chi appalta i servizi, anche quelli sussidiati, e chi li eroga; (iii) separazione tra controllore e controllato; (iv) razionalizzazione delle società partecipate liquidando o vendendo quelle che non erogano servizi pubblici, liberalizzando i servizi essenziali profittevoli, come la raccolta dei rifiuti e liquidando le società in house che forniscono servizi disponibili in concorrenza sul mercato; (v) misurazione sistematica della qualità di tutti i servizi pubblici.

Il perimetro liberale comprenda dunque chi identifica nella qualità del servizio assicurata al cittadino, nell’efficienza, e non nella proprietà pubblica, il vero bene comune. Si riqualifichi l’area europeista e liberale, quella vera, con l’iniziativa politica, con progetti e proposte. +Europa c’è.

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