Il Covid aumenta i pericoli per i consumatori. Lo denuncia il Safety Gate, un rapporto pubblicato dall’Unione europea a inizio marzo dove viene segnalata la crescita delle segnalazioni di prodotti non alimentari pericolosi. Nel 2020 sono stati 5377 gli oggetti segnalati, più del 20% in più rispetto ai 4477 del 2019, e tra questi sono presenti pony giocattolo tossici, seggiolini gonfiabili per bambini da cui si possono staccare piccole parti e bigodini che possono provocare una scossa elettrica. In questa crescita ha influito anche la pandemia: il 9% delle segnalazioni riguarda infatti prodotti connessi con il Covid-19, in particolare mascherine, tute, disinfettanti e lampade UV.
L’attenzione maggiore riguarda i prodotti del mondo dei bambini: i giocattoli occupano infatti il primo posto con il 27% di avvisi, seguiti da veicoli a motore (21%) e apparecchi o dispositivi elettrici (10%). Ad essere i più segnalati nella rete di Safety Gate, alla quale partecipano i 27 Paesi membri più Gran Bretagna, Islanda e Liechtenstein, sono soprattutto gli oggetti che causano lesioni (25%), seguiti da quelli con componenti chimici all’interno (18%) e che causano soffocamento (12%). «Il Safety Gate ha dimostrato di essere a prova di crisi: durante la pandemia di Covid-19 ha contribuito alla protezione dei consumatori affermandosi come strumento fondamentale per diffondere in modo efficiente e rapido le informazioni sui prodotti pericolosi, tutelando così i diritti dei cittadini europei», ha dichiarato Didier Reynders, commissario europeo per la Giustizia.
Today I presented 🇪🇺 Safety Gate 2020 results.
📌 9% of alerts were #coronavirus related. #EU Safety Gate continues to be a key tool for circulating info about dangerous products + removing them from markets.
➡️https://t.co/MBstYuECaN pic.twitter.com/uGaGX74tkl
— Didier Reynders (@dreynders) March 2, 2021
«Il Safety Gate è uno strumento molto pratico. Offre alle autorità nazionali degli Stati membri dell’Ue, responsabili dei controlli sul nostro mercato, la possibilità di avere un accesso molto rapido alle informazioni sui prodotti pericolosi», commenta a Linkiesta Laurens Rutten, addetto alla comunicazione di Beuc, organizzazione dei consumatori europei che raduna 45 associazioni provenienti da 32 Paesi e che ha il compito di tutelare la vita dei cittadini del Continente in diversi campi, dalla concorrenza al diritto digitale. Il rapporto di quest’anno, che segna un record nel numero di segnalazioni tra i Paesi membri, ben 2253, deve essere un punto di partenza.
«L’obiettivo ora deve essere quello di garantire alle autorità la capacità di sequestrare tutti i prodotti pericolosi e aggiungerli al Safety Gate. Anche se l’Ue ha migliorato le possibilità di controllare il mercato con una riforma nel 2019, le nuove regole si applicano solo ai prodotti soggetti a leggi di sicurezza settoriali, come ad esempio i giocattoli. Questi miglioramenti non si applicano ai prodotti che rientrano invece in una legge generica, come la direttiva sulla sicurezza generale dei prodotti, alla quale fanno riferimento per esempio mobili e tessuti. Per questo crediamo che le attuali cifre del rapporto sottostimino la realtà, perché questa legge risale al 2001 e non è adatta alle sfide del 2021, e speriamo che l’Unione europea presenti una proposta legislativa per aggiornare la materia nei prossimi mesi».
Press | The EU's annual Safety Gate report about unsafe products on the market demonstrates need for legal reform: https://t.co/KzVwuJnnyO.
Together with @anectweet we therefore look forward to the expected overhaul of an important law: the General #ProductSafety Directive. https://t.co/SZcpSmVGgH
— The Consumer Voice (@beuc) March 2, 2021
A preoccupare sono soprattutto gli acquisti online: come evidenzia il rapporto, il 26% degli avvisi si riferisce a prodotti venduti sul web, in aumento rispetto al 16% nel 2019. Sebbene ciò rappresenti il più ampio cambiamento nelle abitudini di acquisto in tutta Europa a seguito della pandemia, è noto che pone ulteriori sfide per il monitoraggio e la tracciabilità della sicurezza dei prodotti. Come ricordato da Rutten, l’Unione europea era già intervenuta in materia con una riforma nel 2019, dove prevedeva un migliore tracciamento dei prodotti e un’intensificazione dei controlli da parte delle autorità europee e nazionali sui mercati sia fisici che virtuali. Una riforma che però è stata messa a dura prova dalla pandemia di Covid-19 che ha evidenziato come il Continente avesse più di qualche problema.
Come rivela il sito Which, centinaia di prodotti essenziali correlati alla pandemia sono stati venduti in questi mesi a prezzi gonfiati, spesso a quasi 5 o 10 volte il prezzo originario. Il caso limite è quello denunciato dall’Organizzazione dei Consumatori e degli Utenti (OCU), un’associazione spagnola senza scopo di lucro che tutela i cittadini dalle truffe, che ha segnalato la vendita da parte di una società di un olio miracoloso contro il coronavirus che ovviamente di miracoloso non aveva assolutamente nulla. «L’emergere di grandi piattaforme online, dove è possibile acquistare un’ampia varietà di prodotti, ha rivoluzionato il mercato. Sebbene queste piattaforme offrano ai consumatori un’ampia scelta, consentono anche ai commercianti di terze parti di vendere i loro prodotti. Tra questi venditori alcuni non rispettano le regole europee», evidenzia Rutten.
A svelarlo nel febbraio 2020 sono stati Altroconsumo e altre 5 associazioni dei consumatori europee che hanno rivelato come i due terzi di 250 prodotti acquistati online su piattaforme come Amazon, Aliexpress, eBay o Wish non superassero i controlli di sicurezza. Un pericolo per tutti i cittadini visto che nella lista c’erano caricabatterie e power bank capaci di dare la scossa elettrica; felpe per bambini con corde troppo lunghe; rilevatori di fumo che non rilevavano il fumo; giocattoli che violavano il limite consentito di sostanze nocive e prodotti sbiancanti per denti dannosi per i consumatori. «Per questo per noi è molto importante che le piattaforme diventino legalmente responsabili dei prodotti pericolosi venduti sui loro siti web», sostiene Rutten.
Rispetto all’anno scorso un maggior numero di mercati online si sta impegnando a migliorare la sicurezza dei propri store. Joom ed Etsy si sono aggiunti all’iniziativa europea Impegno per la sicurezza dei prodotti, che comprende già mercati come Amazon, Wish, eBay e Rakuten, e si sono impegnati a verificare che gli oggetti presenti sul Safety Gate non siano in vendita sui rispettivi siti web e a intervenire rapidamente se le autorità nazionali dovessero segnalare prodotti pericolosi da ritirare.
Serve però un ulteriore passo in più. «In questi mesi i nostri membri hanno trovato molti articoli non conformi, così come ha fatto l’Ufficio europeo per la lotta antifrode. Il campo della protezione dei consumatori è vasto e deve evolversi continuamente per stare al passo con i continui cambiamenti nel nostro mercato. La nostra vita e la nostra salute sono fondamentali: per questo la sicurezza dei prodotti gioca un ruolo tanto importante».