Salute, prosperità, lotta ai cambiamenti climatici: senza natura non c’è futuro.
Era il 1° marzo 2019 quando l’Assemblea generale delle Nazioni Unite dichiarava il periodo il 2021-2030 decennio dell’Onu per il restauro degli ecosistemi.
Dieci anni in cui impegnarsi per ricomporre il grande mosaico naturale italiano che, come sottolinea il Wwf Italia, una volta ricostruito manterrà in sicurezza il capitale naturale. Garantendo, anche per noi, prosperità e salute.
L’associazione ambientalista vuole portare un contributo a questa iniziativa planetaria. Per questo, ha lanciato la campagna ReNature Italy, progetto di rigenerazione nazionale che si fonda su quattro elementi: connessione, ripristino, protezione e rewild, ovvero il ritorno in natura di specie necessarie all’equilibrio degli ecosistemi.
10 anni restauro habitat,30% del paese protetto e ecologicamente connesso. Salute,lotta a cambiamenti climatici: senza natura non c’è futuro. Partita campagna @WWF ReNature Italy,#fornatureforus. R.Maggini:Abbiamo grandi responsabilità anche nelle città https://t.co/LtOsZES1Bt pic.twitter.com/WH4aALkHkN
— WWF Roma (@WWF_Roma) February 20, 2021
Tra i protagonisti della campagna ci sono molte specie simbolo della biodiversità italiana come l’orso, la lontra, il lupo e rapaci come l’aquila di Bonelli ma anche specie vegetali che resistono in piccoli areali: è il caso dell’abete dei Nebrodi o il pino loricato.
In ReNatureItaly c’è anche spazio per sognare il ritorno della lince, il grande felino quasi scomparso dalla fauna della Penisola, e del cervo italico, che conta solo 300 individui, confinati ai margini del delta del Po.
«Dobbiamo rimettere la natura al centro, per conservare al meglio la biodiversità che ancora abbiamo, aumentando e rendendo più efficaci le aree protette ma anche iniziando a rigenerare quella che abbiamo distrutto, a partire da progetti concreti a favore di specie ed habitat», spiega a Linkiesta Marco Galaverni, direttore scientifico del Wwf Italia.
🐝Pianeta ed economia dipendono dalla biodiversità, essenziale per la vita
🌿Per raggiungere i livelli di mitigazione necessari entro il 2030, la biodiversità europea deve risanarsi: è lo scopo della nuova strategia #EUBiodiversity
🦜 https://t.co/cHkgcUMg1I #WorldBiodiversityDay pic.twitter.com/0mu6A8RbUu— UE in Italia (@europainitalia) May 22, 2020
Il progetto punta a proteggere il 30% di territorio nazionale, di cui il 10% protetto integralmente in linea con quanto richiesto dalla Strategia europea sulla biodiversità, mettendo in sicurezza le foreste più antiche e naturali d’Italia. Ma anche a ricostruire e completare la rete ecologica nazionale grazie a tre grandi corridoi ecologici principali – alpino, appenninico e della valle del Po – capaci di connettere le aree protette e sostenere la biodiversità anche a fronte degli impatti del cambiamento climatico e custodire il capitale naturale.
Questo salto di qualità è possibile soprattutto rigenerando almeno il 15% del territorio nazionale, rinaturando almeno 1600 km di fiumi e riabilitando la natura in almeno il 10% della superficie agricola.
«Stiamo letteralmente distruggendo la biodiversità – sottolinea Galaverni – A livello globale tre quarti delle terre emerse e due terzi degli oceani sono compromessi, un milione di specie animali è a rischio estinzione. E in Italia le cose non vanno meglio: 1 specie su 2 di vertebrati è a rischio e ogni giorno distruggiamo 16 ettari di territorio, inclusi habitat vitali per migliaia di specie e per i servizi che ci mettono a disposizione».
Ciò in cui il Paese deve impegnarsi, spiega Galaverni, è una strategia ambiziosa per il capitale naturale e che faccia propri gli obiettivi sfidanti del Green New Deal globale e della Strategia europea sulla biodiversità.
«L’occasione offerta dai fondi del Pnrr – il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – è davvero unica perché mai prima d’ora era disponibile tanto denaro da investire per il nostro Paese. Purtroppo, però, nell’attuale versione mancano ancora 14 miliardi da dedicare a progetti per clima e biodiversità. Nel frattempo, inizieremo con progetti su tutto il territorio, a partire dalle aree più frammentate e dalle nostre 100 oasi».
Secondo il direttore del Wwf Italy, anche il singolo cittadino può fare davvero la differenza. «Innanzitutto, approfondendo l’importanza della natura per la nostra vita e il nostro benessere sul portale gratuito One Planet School, ma anche facendo sentire la propria voce alle istituzioni affinché investano in conservazione e ripristino del capitale naturale.
Infine, con scelte di consumo realmente sostenibili, in particolare nell’ambito food, responsabile di gran parte degli attuali impatti sulla natura di casa nostra e in ogni angolo del globo, scegliendo le sempre più numerose piccole e grandi aziende che si stanno orientando verso produzioni sempre più sostenibili. E, ovviamente, sostenendo il fondo Wwf per la natura d’Italia».