Pranzi e cene all’aperto, spostamenti liberi tra regioni gialle, spostamenti per turismo tra regioni arancioni e rosse con la certificazione «verde». E rientro delle superiori in aula almeno al 60%, puntando però al 100%. Così l’Italia riapre dal 26 aprile, scrive il Corriere, anticipando la bozza del decreto che il governo dovrebbe approvare oggi. Il percorso è segnato fino al 31 luglio. Fino ad allora viene prorogato anche lo stato di emergenza.
Torna la fascia gialla, mentre «gli spostamenti in entrata e in uscita dai territori delle Regioni e delle Province autonome collocati in zona arancione o rossa sono consentiti ai soggetti muniti delle certificazioni verdi». Rimane la possibilità di muoversi da queste aree per lavoro, salute e urgenza con autocertificazione.
Chi viaggia per turismo dovrà invece avere il pass. «Le certificazioni verdi sono rilasciate per attestare l’avvenuta vaccinazione al termine del prescritto ciclo, l’avvenuta guarigione, l’effettuazione di test antigenico rapido o molecolare con esito negativo». La certificazione «ha una validità di sei mesi ed è rilasciata in formato cartaceo o digitale, su richiesta dell’interessato, dalla struttura sanitaria che effettua la vaccinazione». Ma «cessa di avere validità qualora, nel periodo di vigenza semestrale, l’interessato venga identificato come caso accertato positivo». La certificazione relativa al tampone «ha una validità di quarantotto ore dal rilascio ed è prodotta, su richiesta dell’interessato, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche da quelle private autorizzate e accreditate e dalle farmacie che svolgono i test».
Dal 26 aprile «nella zona gialla sono consentite le attività dei servizi di ristorazione con consumo al tavolo esclusivamente all’aperto, anche a cena». Dal 1 giugno, «nella zona gialla, le attività dei servizi di ristorazione sono consentite anche al chiuso, con consumo al tavolo, dalle 5 alle 18».
Dal 26 aprile, in zona gialla, «è consentito lo svolgimento all’aperto di qualsiasi attività sportiva anche di squadra e di contatto». Vietato invece usare gli spogliatoi. Dal 15 maggio, in zona gialla, «sono consentite le attività di piscine all’aperto». Dal 1 giugno, in zona gialla, sono aperte le palestre. E «ripartono eventi e competizioni di livello agonistico e riconosciuti di preminente interesse nazionale, riguardanti gli sport individuali e di squadra». Ma la capienza consentita «non può essere superiore al 25 per cento di quella massima autorizzata e, comunque, il numero massimo di spettatori non può essere superiore a 1.000 per impianti all’aperto e a 500 per impianti al chiuso».
Riparte anche lo spettacolo. Dal 26 aprile, in zona gialla, «gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, live-club e in altri locali o spazi anche all’aperto sono svolti esclusivamente con posti a sedere preassegnati e a condizione che sia assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi, sia per il personale». La capienza consentita «non può essere superiore al 50 per cento di quella massima autorizzata e il numero massimo di spettatori non può comunque essere superiore a 1.000 per gli spettacoli all’aperto e a 500 per gli spettacoli in luoghi chiusi, per ogni singola sala».
Ultimi a riaprire, il 1 luglio, sono «i centri termali, le fiere e i convegni, i parchi tematici». Ma solo in zona gialla.
Nuove regole sulle visite ai parenti. Dal 1 maggio al 15 giugno 2021, «nella zona gialla e, in ambito comunale, nella zona arancione, è consentito lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata, una volta al giorno, nel rispetto dei limiti orari agli spostamenti e nel limite di quattro persone, oltre ai minorenni». Dal 16 giugno tutti liberi, ma non in zona rossa.
Sulla scuola, invece, dopo il confronto di ieri con le Regioni e gli enti locali, si prospetta non più un rientro in aula al 100% immediato nelle zone arancioni e gialle, ma graduale. «In modo progressivo e sicuro», ha detto la ministra Mariastella Gelmini. Da lunedì dunque i ragazzi e le ragazze delle superiori torneranno in classe al 60% nelle regioni gialle e arancioni — che sono la stragrande maggioranza — e al 50% nelle regioni rosse.
Le scuole o i Comuni dove la mobilità e le aule lo permettono potranno anche accogliere più classi, sapendo che «l’obiettivo del governo – ha spiegato Gelmini – è quello di partire il 26 al 60% ma di attestarci più vicini al 100 che al 60». Con un occhio di riguardo per gli studenti che dovranno sostenere la maturità: dal ministero dell’Istruzione infatti indicano le quinte superiori come le classi a cui dare priorità per la presenza in classe. I bambini di nidi, materne, elementari e i ragazzi delle medie invece saranno tutti a scuola.
Intanto anche l’Università si prepara a tornare in presenza al 100%. Un obiettivo da perseguire «prioritariamente», secondo la bozza del nuovo decreto, ma che realisticamente si realizzerà solo in autunno, anche perché le lezioni negli atenei terminano per lo più nel mese di maggio e giugno.