Le conseguenze della pandemiaIl numero di europei a rischio di povertà lavorativa è aumentato del 12%

La Confederazione europea dei sindacati chiede che la direttiva sul salario minimo della Commissione europea proibisca che questi salari siano fissati al 60% del salario medio

Unsplash

Pubblicato originariamente sullo European data journalism network

Secondo la Confederazione europea dei sindacati (CES), il numero di lavoratori poveri è aumentato negli ultimi nove anni nella maggior parte degli Stati membri dell’UE. Tra il 2010 e il 2019, la percentuale dei lavoratori poveri secondo Eurostat è aumentata in 16 paesi. Questa crescita è in media del 12% ed è più forte in Ungheria (58%), Regno Unito (51%) ed Estonia (43%).

La percentuale di lavoratori a rischio di povertà lavorativa è in media del 9,4% nell’Unione Europea e la più alta in Lussemburgo (13,5%), Spagna (12,7%), Italia (12,2%) e Portogallo (10,8%). Questo fenomeno colpisce in particolare i giovani, i lavoratori migranti e i lavoratori part-time.

In risposta a ciò, la CES propone che la direttiva sul salario minimo proposta dalla Commissione europea nell’ottobre 2020 preveda una clausola che impedisce che questi salari siano fissati al di sotto della soglia di rischio di povertà, fissandoli al 60% del salario medio.

La Confederazione chiede anche il divieto di allocare fondi pubblici alle aziende che negano ai propri lavoratori il diritto di contrattare collettivamente. “La contrattazione collettiva è il modo migliore per garantire che i lavoratori ricevano la loro giusta quota dei profitti guadagnati, ma questa direttiva deve essere modificata se si vuole garantire che gli Stati membri sostengano i sindacati in modo che più datori di lavoro accettino i contratti collettivi”, ha affermato Esther Lynch , Vice segretario generale della CES.

Infine, la CES vorrebbe che i lavoratori domestici e i giovani non fossero più esclusi a causa del salario minimo legale. «È scioccante che, nonostante la crescita economica, il numero di lavoratori che vivono in povertà sia oggi più alto che al culmine della crisi finanziaria. Chiaramente, l’Unione europea deve agire», ha detto Esther Lynch.

X