Il Parlamento tedesco ha approvato ieri una legge, chiamata eloquentemente Notbremse (freno d’emergenza), che prevede l’attivazione di alcune misure nei Kreis (una sorta di provincia) che dovessero registrare per tre giorni di fila un valore superiore a 100 nella Sieben-Tage-Inzidenz, il parametro usato per valutare la situazione basandosi sulla media dei contagi ogni 100 mila abitanti negli ultimi 7 giorni. A certificare quotidianamente il valore sarà il Robert Koch Institut, l’equivalente tedesco dell’Istituto Superiore di Sanità.
Attualmente i contagi sono in crescita in Germania, e il 21 aprile l’incidenza era a 174 a livello nazionale, giorno in cui si sono registrati 28.180 casi. Cresce anche il numero di pazienti in terapia intensiva (19% dei posti disponibili), nonostante l’accelerata nella vaccinazioni (circa il 22% dei tedeschi ha ricevuto la prima dose).
Per questo, la legge, che rimarrà in vigore fino al 30 giugno, prevede che in caso emergenza si attivino una serie di misure. Le persone appartenenti allo stesso nucleo familiare potranno incontrare solo un’altra persona all’esterno, e ci sarà obbligo di telelavoro (spetterà ai datori di lavoro dimostrare la necessità della presenza, nel caso). Chiuderanno strutture sportive, d’intrattenimento e culturali, e si potrà praticare sport soltanto in solitaria. Rimarranno aperti esclusivamente i negozi per beni indispensabili, mentre rimane possibile ritirare di persona la merce ordinata (se l’incidenza superasse 165, solo fornendo un tampone negativo). La scuola rimarrà in presenza con obbligo di fare almeno due tamponi a settimana, ma si passerà alla didattica a distanza se si dovesse superare i 165 di incidenza. Se si scende sotto 100 per 5 giorni di seguito, ritornano in vigore le funzione attive prime della legge (e che possono variare a seconda della zona).
In particolare, però, la legge introduce un coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino, violabile solo per motivi dimostrabili, e con l’unica eccezione che si potrà passeggiare da soli fino a mezzanotte. Le limitazioni agli incontri e alle attività hanno sollevato diverse critiche, causando anche proteste da parte dei movimenti che da tempo contestano le restrizioni introdotte dalle misure anti-Covid.
Ma sono due i punti particolarmente controversi. Prima di tutto, il coprifuoco: una misura percepita in maniera molto forte in Germania, dove un vero e proprio divieto di uscire di casa non era ancora entrato in funzione, anche a causa dell’attenzione verso le libertà personali dettata da ragioni storico-culturali. In secondo luogo, lo scivolamento di potere dai Länder allo Stato, su cui si sono concentrati diversi interventi al Bundesrat (la Camera bassa tedesca, che rappresenta i Länder e che era chiamata a esprimere un parere sulla legge) e che arriva dopo settimane di lotta tra i due livelli a causa della confusione causata dalle differenti misure attivate. Proprio questa diversità è in qualche modo la causa dell’accentramento di poteri, secondo quanto affermato dal Ministro della Salute Jens Spahn in merito alla legge.
La legge è passata al Bundestag grazie al voto favorevole della maggioranza, formata da CDU e SPD. Contrari la sinistra della Linke, i liberali della FDP e l’estrema destra di Alternative für Deutschland. I Verdi si sono divisi tra astensione e voto contrario, ma anche nei partiti di maggioranza ci sono state defezioni: ventuno deputati dell’Union hanno votato contro e cinque si sono astenuti, mentre tra i socialdemocratici i contrari sono stati due e gli astenuti tre. Il Bundesrat, invece, pur evidenziando le criticità, non ha sollevato obiezioni per non fermare il contrasto ai contagi.
L’introduzione del coprifuoco, comunque, è il punto più dibattuto a livello mediatico e politico. Dopo l’approvazione della legge, diversi commenti sulla stampa tedesca hanno sottolineato la possibile violazione delle libertà costituzionali costituita dal divieto di uscire di casa, e su cui ha espresso dubbi persino il servizio scientifico del Bundestag.
Wolfgang Janisch, sulla Süddeutsche Zeitung, ha ad esempio sostenuto chiaramente come la legge sia un attacco alle libertà personali fondamentali, oltre che «il simbolo di una lotta alla pandemia che maschera la sua inefficacia con misure da guerra». Anche sulla Zeit si sottolinea il carattere controverso della misura, mentre in una FAQ sulle nuove misure è stata inserita la domanda su come protestare contro la legge, indicando come risposta la possibilità di fare ricorso alla Corte Costituzionale.
Alcuni ricorsi, in effetti, sono già stati presentati per sollevare il tema della violazione delle libertà costituzionali, ad esempio dalla FPD che aveva provato a far saltare il coprifuoco in Parlamento, dai Freie Wähler (una sorta di lista civica bavarese, al governo con la CSU) e dal socialdemocratico Florian Post.
Al di là dell’esito dei ricorsi, però, il coprifuoco sta sollevando molte polemiche anche nell’opinione pubblica, e il dibattito in merito resterà vivace. Tra i partiti, in particolare CDU e SPD nelle prossime settimane potrebbero subire ulteriori cali di consenso, che aggraverebbero la crisi in cui si trovano. Il voto sulla legge, per giunta, ha creato una frattura interessante tra i partiti della maggioranza e i Verdi. Proprio questi ultimi saranno fondamentali in ottica di dialogo per formare un governo dopo le elezioni di settembre, e pertanto non è da sottovalutare un’eventuale evoluzione dei rapporti tra partiti anche in seguito all’approvazione della legge.