Oggi, in consiglio dei ministri, ci sarà un primo esame del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ma per l’approvazione definitiva si aspetterà il passaggio alle Camere di lunedì e martedì, nel tentativo di trovare una intesa massima nella maggioranza sui numeri e soprattutto sui meccanismi di governance. «Sarà ancora più chiaro a tutti perché questo governo è sostenuto da forze così diverse, una cosa impensabile fino a poco tempo fa», dice la ministra per il Sud e la coesione territoriale Mara Carfagna, Forza Italia, alla Stampa. Invitando la Lega a ricordarsi le ragioni della nascita di questo governo: «Siamo a Palazzo Chigi per ricostruire il Paese in un momento drammatico di emergenza, non per litigare sul coprifuoco».
Il premier Mario Draghi ha convocato il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti per chiedere che non ci siano più strappi nel governo, dopo l’astensione a sorpresa dei leghisti sul decreto Covid valido dal 26 aprile. Carfagna spiega: «Sapevamo tutti che il partito più sotto pressione in questo governo sarebbe stato la Lega. Ma contano i risultati: la campagna vaccinale che prosegue e le riaperture progressive. Il resto è dinamica politica che stupisce solo gli ingenui». Certo, aggiunge, «non sottovaluto l’importanza di un cambio dell’orario del coprifuoco, perché spostarlo in avanti di un’ora può portare molte attività a tornare a respirare. Ma la mia preoccupazione è che il duello su questo pur importante argomento oscuri il lavoro enorme che si sta facendo e il senso del centrodestra al governo».
Ecco perché, prosegue Carfagna, «mi aspetto che la Lega capisca quanto è importante la sua partecipazione a questo esecutivo anomalo, per governare un’operazione di ricostruzione di carattere assolutamente straordinario. Tutto il resto è ordinaria dialettica politica che deve trovare sfogo nelle sedi competenti, cioè nella cabina di regia». Anche perché «l’enorme responsabilità che abbiamo davanti al Paese deve portare tutti a rinunciare a qualche interesse di parte per l’interesse generale. Ogni classe dirigente ha una occasione nella vita per dimostrare quanto vale: la nostra è questa, e non ne avremo un’altra».
Oltre a Salvini, però, ci sono anche le Regioni che criticano aspramente le regole del nuovo decreto Covid. La ministra spiega che «c’è una situazione nuova, determinata anche dal cambio della guardia al vertice della Conferenza delle regioni (il nuovo presidente Massimiliano Fedriga, della Lega, ndr), ma soprattutto ci sono istanze nuove che salgono dal territorio, grazie al successo della campagna vaccinale. Bisogna affinare il dialogo, questo incidente deve insegnare a collaborare, e bisogna lavorare tutti perché resti un caso isolato».
L’ipotesi di compromesso ora è che da metà maggio, in base ai numeri, si valuterà il prolungamento del coprifuoco dalle 22 alle 23. La ministra lo conferma: «Coprifuoco, così come aperture dei ristoranti all’aperto e al chiuso, saranno rivalutati a maggio sulla base dei contagi. Per noi è importante occuparsi anche del settore del wedding, così come delle piscine al chiuso: credo che tutto questo sarà oggetto di discussione anche in sede parlamentare».
Intanto, oggi arriva in consiglio dei ministri il Recovery Plan. «Siamo saliti su un treno in corsa: in otto settimane abbiamo fatto il massimo che si potesse fare. Per quanto riguarda il Sud, mi sono impegnata a costruire un capitolo apposito, che mettesse in evidenza interventi precisi e quote di finanziamento», dice Carfagna. La quota per il Sud è del 40, che «significa 82 miliardi di euro circa, da usare in cinque anni». E «il Pnrr è solo un colpo di bazooka, perché per il Sud ci sono anche i fondi strutturali europei per gli anni 2021-2027 e il fondo di sviluppo e coesione. In più dal React-Eu arriveranno al Mezzogiorno altri 8,4 miliardi su un totale di 13,5».
Il problema ora sarà anche spendere i soldi. «Per questo è importante la riforma della pubblica amministrazione a cui sta lavorando il ministro Brunetta, perché favorirà l’accelerazione degli investimenti al Sud. Così come è importante il dl Semplificazioni che arriverà a metà maggio», spiega la ministra. Il piano c’è, insomma, ora serviranno le riforme.